Sono almeno 10 mila i casi in Liguria di 'lavoratori precoci', cioè coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto e che oggi alle soglie della pensione sono fra i più penalizzati dalla riforma Fornero. Si tratta di "persone che hanno già lavorato almeno 40 anni, e che ora rischiano di andare in pensione non prima dei 43 e, in prospettiva, dei 45 anni". Secondo il consigliere regionale Gianni Pastorino di Rete a Sinistra "i dati su cui è basata la riforma Fornero sono del tutto fallaci: prima di tutto l’aspettativa di vita, che è calcolata sulla media della popolazione vivente. Quindi oggi, con un calo drastico delle nascite, l’aspettativa di vita risulta più alta. Un’assurdità, questo dato non è realistico".
Per Pastorino anche la classe politica locale "non può pensare di chiamarsi fuori. Dovrà fare pressioni sul Governo e sulle forze politiche centrali, perché avvenga un cambio di passo nelle logiche previdenziali: la pensione non può restare un miraggio, specialmente dopo 40 anni di lavoro".
E identifica tre ostacoli principali da affrontare per il reperimento dei fondi: "Non vengono recuperate finanze con una vera lotta all’evasione fiscale e previdenziale; continua a mancare una politica di contenimento della spesa in alcuni settori, come il costo della politica centrale e dei ministeri; non c’è una vera valutazione dei gruppi dirigenti, anche nella pubblica amministrazione, rispetto al raggiungimento di un’efficienza produttiva ottimale", conclude il consigliere regionale.
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