Salvatore Maio dopo avere esploso due colpi verso Adriano e Walter Lamberti ha puntato la pistola anche contro un terzo sinti che è riuscito a disarmarlo, costringendolo alla fuga.
E' la ricostruzione fornita da Sandro Vaccaro e Nicola Scodnik, i due legali dell'uomo che ha preso parte alla lite di lunedì sera sfociata nel duplice omicidio di padre e figlio, uccisi a colpi di pistola da Maio, il pregiudicato poi arrestato dalla polizia.
Il terzo sinti, raccontano gli avvocati anche delle famiglie delle due vittime, pensava che la pistola fosse una scacciacani e non si era accorto che Adriano e Walter erano stati feriti a morte, fino a quando Maio non ha lasciato l'arma ed è fuggito. A quel punto l'uomo ha cercato di rianimare i feriti.
Il terzo nomade ha sposato una figlia del cinquantenne ucciso e stando ai suoi legali ha assistito alla lite nel bar.
Il nome di Maio, è emerso nelle scorse ore, risulta in un'informativa dei carabinieri del Ros del 2010 nel contesto dell'indagine sulla 'ndrangheta "Maglio 3" per alcuni contatti con Domenico Gangemi e Onofrio Garcea.
Secondo l'autopsia Adriano e Walter Lamberti sono stati colpiti da un colpo di pistola ciascuno: al torace il primo, al ventre il secondo.
cronaca
Duplice omicidio di Genova Pegli, terzo sinti: "Mi puntò arma contro"
Il nome di Maio in un'informativa Ros 2010 nell'inchiesta su 'ndrangheta
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