cronaca

la lite secondo testimoni a causa di un apprezzamento su una ragazza
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È morto per la ferita d'arma da fuoco all'addome il giovane di 27 anni coinvolto nella sparatoria avvenuta ieri sera davanti a un locale a Genova Pegli insieme al padre. Le due vittime, Adriano e Walter Lamberti, erano genovesi di origini sinti, ed erano residenti al Cep di Genova.

Secondo le prime testimonianze, i due avrebbero litigato con una terza persona fuori dal locale. L'uomo ha estratto una pistola e ha sparato al padre e poi al figlio prima di scappare a piedi.

Si chiama Salvatore Maio, ha 62 anni ed è di origine calabrese, ma risiede nel ponente di Genova, l'uomo che ha confessato di aver compiuto i due omicidi. L'uomo avrebbe detto alla polizia di aver sparato per un apprezzamento fatto da Walter Lamberti all'interno del bar. La confessione e arrivata nella tarda serata di ieri. Maio è tornato al bar usando l'auto della moglie poi dopo aver sparato è scappato a piedi rifugiandosi nella casa di un parente dove è stato trovato dalla polizia.

Secondo quanto appreso, subito dopo aver sparato Maio ha buttato la pistola, una Beretta 7,65 con matricola abrasa, poco lontano dai due corpi poi è scappato trovando rifugio da un parente. La polizia è risalita al suo nome dalle testimonianze raccolte sul posto e dopo aver identificato l'auto appartenente proprio alla moglie di Maio. Maio, che ha precedenti penali specifici, è stato interrogato nella notte dalla pm Patrizia Ciccarese e ha subito confessato.

"Mi sono difeso perché mi hanno aggredito in quattro puntandomi una pistola alla tempia". È la versione sul duplice omicidio avvenuto ieri sera sul lungomare di Genova, a Pegli, fornita da Salvatore Maio, l'arrestato.

"Dopo la lite per un apprezzamento su due donne che erano con me, siamo usciti in strada, qui sono stato accerchiato e picchiato da quattro persone. Una mi ha puntato una pistola alla tempia, nel divincolarmi l'arma caduta, l'ho raccolta, chiuso gli occhi e sparato. Io aveva difeso le donne", ha detto Mai agli investigatori, secondo quanto riferito dal difensore.

Il delitto sarebbe stato ripreso da alcune telecamere installate in zona.
Il legale conferma che il suo assistito in passato è stato condannato a 16 anni per un omicidio, aggiungendo che anche in quella occasione era stato costretto a difendersi: "Da allora, e stiamo parlando del 1980, Maio non ha più commesso un reato e faceva una vita tranquilla da pensionato". Per le percosse subite, Maio, originario di Rizziconi (Reggio Calabria), si trova in stato di arresto nel reparto di detenzione dell'ospedale San Martino.