cronaca

Disagi infiniti per gli abitanti, notte al Gaslini per un bimbo asmatico
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I giardinetti di via Borzoli a Genova Fegino si sono trasformati in un ritrovo spontaneo per i cittadini esasperati dopo l'incidente della Iplom, che con la rottura di una tubatura ha riversato centinaia di litri di petrolio nel rio Fegino e poi nel Polcevera (guarda il reportage da Fegino). "I nostri figli vanno in una scuola che diverse volte all'anno viene evacuata per i miasmi – raccontano le mamme armate di mascherine davanti alla bocca – Siamo stufe, vogliamo la salute per i nostri bambini."

| SPECIALE Sversamento di petrolio nel Polcevera, la notte del dramma |

La protesta è arrivata in Regione, e nel pomeriggio si è spostata in Comune. I cittadini non vogliono promesse, ma risposte chiare e azioni tempestive. Tra le lacrime chiedono che Iplom paghi di tasca propria i danni e che la zona venga bonificata: "Un bambino asmatico è stato male e ha passato la notte al gaslini - dicono - e a noi brucia la gola. Siamo stufi." Marta Parodi scoppia in pianto: "Sono anni che subiamo angherie, adesso devono pagare. Ci devono indennizzare. Non è il ministero che deve pagare, ma l'azienda".

Il sindaco Doria a Palazzo Tursi conferma che non ci sono stati sforamenti dei limiti dell'inquinante: "Si tratta comunque di un fatto molto grave e dimostra l'attenzione costante che dobbiamo avere quando si tratta di ospitare sul territorio impianti complessi e le loro tubazioni. Al momento non è ancora chiaro quanto greggio sia fuoriuscito dall'oleodotto a seguito dell'incidente: l'informazione con beneficio d'inventario fornitaci dal responsabile Iplom è di 300-400 metri cubi sversati, mentre i tecnici di Arpal hanno ipotizzato 600-700 metri cubi". I cittadini però non ci stanno: l'intervento del sindaco è stato infatti interrotto da un abitante di Borzoli che è insorto e lo ha contestato dagli spalti alle grida di 'vergogna, vergogna'.

Il presidente della Regione, Giovanni Toti, ha chiesto un incontro con il prefetto Fiamma Spena. "Ci sembra che le attività sul corso del Polcevera non ci stiano muovendo con la velocità necessaria. Il tema del tempo non è una variabile indifferente e quindi occorre una cabina di regia molto più efficace di quella che abbiamo visto nelle ultime ore", ha detto

Il timore dei residenti, ora, è che cali il vento e che l'odore rimanga ancora più persistente di quanto non sia già ora. "Io vivo qua da tanti anni: prima avevamo un'altra azienda petrolifera, poi la Iplom, poi i camion che passano nella strada stretta, poi la discarica di Scarpino... non ne possiamo più – fanno eco le anziane della zona – il Comune deve capire che non possiamo più dare in questo quartiere, ci devono pagare i danni anche morali, vogliamo che capiscano che non siamo cittadini di serie C, ma che contiamo come i cittadini di Albaro e del centro di Genova."

Ci incamminiamo con un gruppo di residenti nella stradina immersa nel verde della campagna, che porta nel punto in cui si è rotto il tubo. Il tragitto è cosparso di tecnici con le tute bianche e le mascherine, che lavorano nell'alveo dipinto di nero dal petrolio. L'odore è fortissimo. "E pensare che fino a poco tempo fa ci portavamo i bambini a fare le gare di corsa", ricorda con malinconia una signora.


Qui, ventiquattr'ore dopo l'inizio dell'incubo, si sono radunati in 150 per l'assemblea pubblica autoconvocata durante l'emergenza per lo sversamento di petrolio che ha inquinato i loro corsi d'acqua e ora sta lasciando una minacciosa patina nera negli alvei. Tre le iniziative che metteranno in campo: un presidio in Comune durante la discussione di martedì a Palazzo Tursi, un presidio davanti alla sede della Iplom, da organizzare nei prossimi giorni, e infine una manifestazione in piazza. "Non vogliamo fare casino, ma mantenere alta l'attenzione. Questo deve essere considerato come un vero e proprio disastro".

Ed è polemica dopo gli annunci di Comune e Regione, secondo cui, dati alla mano, non ci sono rischi per la salute. "Ma cosa dicono? Siamo segregati in casa, non riusciamo a respirare, abbiamo tutti bruciore agli occhi". Arpal risponde alle critiche: "I nostri tecnici sono stati lì ore senza maschere, saremmo irresponsabili noi per primi se ci fossero pericoli sul serio".

ALLARME ANIMALI - Il greggio fuoriuscito dall'oleodotto Iplom a Genova ha causato una moria di pesci e sta mettendo in pericolo molti uccelli che vivevano nei torrenti e in mare. L'allarme arriva dalla responsabile della Lipu di Genova, Daniela Filippi, che ha soccorso e salvato 27 germani reali completamente coperti di greggio e incapaci di volare. Gli animalisti stanno pensando di costituirsi parte civile per chiedere i danni ai responsabili del disastro ambientale che ha colpito la Valpolcevera.

Una moria di pesci è segnalata alla foce, dove sono affiorati cefali e altre specie di pesci che vivono in mare nei pressi del torrente Polcevera. Più a monte, nel rio Pianego e nel Fegino, vicino alla zona del guasto, gli abitanti segnalano una moria di rane. "La cosa più triste è accorgersi che i greti dei nostri torrenti, sino a sabato habitat ideale di molti uccelli e altri animali, sono all'improvviso diventati un deserto quasi senza segnali di vita animale" dicono i residenti.

LE BONIFICHE -
Va avanti l'opera di risanamento ambientale dopo i primi interventi d'emergenza effettuati con le "panne", le barriere che fermano l'acqua e assorbono gli inquinanti. Ne sono state installate diverse file dalla foce del Polcevera fino al rio Pianego, tributario del Fegino che a sua volta sfocia nel torrente principale. Poi sarà la volta delle idrovore. "Ci vorranno alcune settimane, ma dipende anche dalla collaborazione di Iplom", ha specificato Stefano Maggiolo, dirigente di Arpal. L'obiettivo è rimuovere tutto il greggio per scongiurare ogni rischio di ulteriore inquinamento.

Nel Polcevera si sono sversati circa 60 mila litri di petrolio, gran parte dei quali è stata fermata prima di arrivare al mare. Si tratta di greggio nigeriano molto pesante, non soggetto a evaporazioni. Un particolare che rassicura sul fronte delle esalazioni, ma costringe a interventi rapidi per evitare che il manto si consolidi sempre più negli alvei e venga trasportato in mare con le prossime piene. Per questo il maggior timore è rappresentato dalle grandi piogge, che potrebbero vanificare l'opera di contenimento allestita in queste ore. 

L'INCHIESTA - Sulla Iplom e sui suoi impianti è stata aperta un'inchiesta per disastro ambientale colposo dalla Procura di Genova. Nel mirino c'è la manutenzione della conduttura da cui è partita la fuoriuscita di greggio. L'inchiesta cercherà di chiarire a chi spettasse la manutenzione delle condutture e se questa sia stata fatta o meno. Da chiarire anche la posizione dell'oleodotto nei pressi dell'alveo del fiume. In pratica il pm vuole capire se quello di ieri sera sia stato un disastro che poteva essere evitato tramite un controllo accurato della rete che avrebbe permesso di appurare una lesione nel tubo.

Iplom, da parte sua, ha assicurato che sono state adottate subito le procedure d'emergenza per riparare il guasto. "Ci scusiamo, faremo tutte le verifiche e ci prenderemo carico dei costi delle bonifiche", hanno spiegato i dirigenti. Ancora difficile quantificare economicamente il danno ambientale. La Capitaneria di porto, secondo prassi, ha diffidato l'azienda a rimediare all’inquinamento marino provocato e a rimuoverne, a proprie spese, tutte le conseguenze.

DEPUTATI PD -
Sei deputati liguri del Pd hanno presentato un'interrogazione parlamentare sulla fuoriuscita di petrolio nella Valpolcevera nella quale chiedono al governo "se non ritenga opportuno verificare se le misure di sicurezza dell'impianto fossero adeguate e se siano state immediatamente attivate". Mara Carocci, Raffaella Mariani, Mario Tullo, Anna Giacobbe, Lorenzo Basso e Franco Franco chiedono anche di "vigilare affinché si concretizzino nel più breve tempo possibile le operazioni di bonifica e recupero ambientale dei torrenti e del territorio e l'attivazione dei procedimenti risarcitori che si rendano necessari alla luce dei risultati delle analisi e dei sopralluoghi condotti da Arpal e dagli organismi competenti sul territorio interessato dall'incidente".

TOTI - "La Regione Liguria ha chiesto l'intervento del Capo del Dipartimento Nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio per fare un sopralluogo e una verifica dello stato della situazione dei luoghi di Genova colpiti dallo sversamento del petrolio". Lo ha annunciato il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti con l'assessore regionale all'Ambiente, Giacomo Giampedrone nel corso della riunione in Prefettura convocata per fare il punto della situazione sul Polcevera, col Prefetto, la Capitaneria di Porto, Arpal, i tecnici Ispra inviati dal Ministero, la ASL 3 Genovese, il Comune di Genova, la Città Metropolitana e l'azienda, Iplom. La riunione è tutt'ora in corso.

COCIV - "Cociv, General Contractor per la progettazione e la realizzazione del Terzo Valico, con riferimento alle notizie divulgate in data odierna, è totalmente estraneo alla rottura dell’oleodotto della IPLOM". Lo annuncia con un comunicato la direzione del consorzio Cociv. "Nessun cantiere o lavoro connesso con la realizzazione del Terzo Valico è stato eseguito nelle aree in cui è avvenuta la rottura dell’oleodotto distanti dalle opere stesse di oltre 1 km come riportato nella cartina sottostante.