politica

Spicchi d'aglio
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L’analisi del risultato del referendum sulle trivelle diventerà in Liguria (e soprattutto nella ex rossa Genova) un test interessante per Matteo Renzi. Infatti il voto, si o no, dirà con chiarezza se la linea del governo a favore del mantenimento delle trivellazioni passa o viene battuta. Ma sarà ancora più interessante, sul piano strettamente politico, contare quanti liguri (e genovesi) vanno oggi a votare. Cioè se questo territorio marginale, isolato, agonizzante, promuove il premier o lo boccia. Questo territorio che alle primarie ha spinto Renzi, ma subito dopo lo ha stoppato con il risultato negativo delle elezioni regionali.

Dunque il premier che è anche il segretario del Pd dice: astenetevi. Non andate a votare. Come reagiranno i liguri che a votare vanno anche quando le medie nazionali dell’astensionismo sono altissime? Se l’affluenza al passaggio referendario delle trivelle sarà massiccia o almeno tale da rendere il referendum valido, l’analisi politica ci dirà ancora una volta che lo spirito renziano qui non trova grande radicamento. Nonostante il cambio di casacca di alcuni importnti politici. Invece se non si dovesse raggiungere il quorum e quindi il referendum fosse respinto, il risultato spiegherà che qualche cosa sta cambiando e anche la Liguria (e Genova, se Genova avrà risultati non conformi al resto della regione) si spostano verso la maggioranza che oggi comanda nel Pd.

Il dato di Genova diventerà, così, un importante decifratore di opinioni per il commissario regionale del Pd, David Ermini, che saprà con un test che vale sicuramente molto di più degli ormai inaffidabili sondaggi, come si sta orientando l’opinione del capoluogo e quella della Liguria.

Un successo dell’affluenza boccerà Renzi e sarà un brutto segnale per il test definitivo del referendum costituzionale d’autunno su cui il premier si gioca tutto. Un successo, invece, dell’astensione diventerà un segnale positivo per Renzi che potrà affrontare, anche nella ostica Liguria e nella ruvida Genova ribelle, la campagna elettorale d’autunno con maggiore serenità di quanto l’attuale atmosfera faccia presagire. E magari fare un pensierino non angosciante sulle comunali genovesi del 2017.