Esiste a Genova una Piazza Bianchi? La risposta è no, non esiste. Nemmeno nella più remota delle delegazioni, figurarsi in centro storico. Eppure, secondo le nuove mappe turistiche apparse in tutta la città vecchia, la Loggia dei Mercanti e la Chiesa di San Pietro stanno proprio lì: in piazza Bianchi.
Di fatto c'è una 'i' di troppo. Una svista, un refuso. Capita a tutti. Un errore replicato su decine e decine di pannelli – e quindi centinaia e centinaia di euro – che ha fatto arrabbiare i commercianti dell’omonimo Civ. Anche perché le stranezze non finiscono qui: proprio vicino al nome ‘taroccato’ compare la dicitura corretta "San Pietro in Banchi", relativa alla tipica chiesa costruita sopra i negozi. I banchi sono, appunto, quelli dei banchieri genovesi, che inventarono di fatto il moderno sistema di credito, mentre ancora prima, in epoca medievale, qui c'erano i banchi del mercato. Più chiaro di così.
Insomma, il nome del luogo rappresenta più di tanti altri la storia della città e un piccolo errore di battitura deturpa in un sol colpo i secoli di gloria e l’immagine degli esercenti. Ma c'è dell'altro. Tra chiese, monumenti e punti d'interesse vari rappresentati sulla cartina, ecco spuntare Eataly, la catena del cibo italiano che a Genova ha sede al Porto Antico. Sulla mappa è allo stesso rango dei musei, della cattedrale di San Lorenzo e del Bigo che gli sta di fronte. Nello stesso elenco, però, compare una generica 'barberia', senza indicarne il nome. E anche qui, puntuale, ci scappa l'errore. Se prima si trattava di una lettera in più, stavolta ce n'è una di meno: e così il monumentale ristorante diventa "Etaly".
"Quella di 'Etaly' è una mancanza clamorosa anche perché, con tutto il rispetto, il turista credo che voglia vedere le botteghe storiche: penso alla polleria dei Macelli di Soziglia, a Romanengo, Camisasca e tanti altri", lamenta Alberto Scotto, che in piazza Banchi praticamente ci vive, col suo banco (appunto) di libri. "Chiederemo un incontro all'assessore, non c'è una cabina di regia sul turismo. Abbiamo contato circa cento errori sulle nuove mappe, ma anche le vecchie erano inconcepibili, la gente non sapeva dove andare. Non è solo mancanza di controllo".
Luigi Berio, presidente del Civ Banchi e designer di professione, ci racconta che avrebbe voluto partecipare alla realizzazione di quelle mappe: “C’era un bando del Comune, seguito dall’assessorato al turismo. Volevo propormi, ma era troppo farraginoso e ho lasciato perdere”. Così ha vinto una società con sede fuori Genova, evidentemente poco preparata sulla toponomastica locale. Alessandro Cavo, presidente di Fepag-Ascom, preferisce ironizzare: “Quando stampo i miei menù li rileggo dieci volte. E quei pannelli costano ben più dei miei menù. Sono soldi sprecati”.
Peraltro non è la prima volta che il Comune incappa in clamorose gaffe di comunicazione turistica. Qualcuno ricorderà le informazioni scritte in inglese non proprio ortodosso apparse la scorsa estate in via Garibaldi. Adesso, ecco servito ai turisti un altro pasticcio. Errare è umano, ma una controllata in più non guasta, soprattutto se l’intenzione è quella di promuovere una città e le sue attrattive nel miglior modo possibile. Altrimenti, meglio lasciare gli spazi... bianchi.
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Centro storico, piazza Banchi non esiste e Eataly diventa un monumento
Mappe turistiche sbagliate, il Civ Banchi: "Soldi sprecati"
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