cronaca

Centinaia di persone alla veglia di preghiera in suo ricordo
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“Un arrivederci coi lacrimoni non era nel tuo stile, avevi sempre voglia di far festa e brindare alla vita”. Così diceva la preghiera che hanno scritto e letto per lei, e così hanno fatto. Hanno pianto, sofferto, ma anche cantato e sorriso i tantissimi giovani che hanno riempito la Chiesa del Gesù a Genova per la veglia in ricordo di Francesca Bonello.

Sono passate poco più di 24 ore dal tragico incidente in Catalogna dove la sua vita si è spezzata all'improvviso, a soli 23 anni, insieme a quella di altri tredici studenti in Erasmus. A salutare Francesca, genovese di Castelletto e studentessa di medicina, c'erano centinaia di amici e conoscenti, i ragazzi del gruppo “Cvx18”, scout, compagni di scuola e di università.

Del resto non ci si poteva aspettare altro da una persona “nata per servire gli altri”, come dicono gli amici di una vita: il sogno di diventare medico, il volontariato, i viaggi in Africa e in Romania a per aiutare gli orfani e i più poveri del mondo. Una serata di emozione, commozione e intimità, nonostante le tante persone presenti. I ragazzi hanno chiesto più volte il rispetto di un dolore forte, che volevano rimanesse privato e religioso.

Eppure, vicino ai suoi cari più stretti c'erano anche tante persone che non la conoscevano direttamente, a testimoniare un ricordo che va oltre la dimensione del personale. Presenti, in rappresentanza delle autorità, gli assessori Ilaria Cavo per la Regione e Carla Sibilla per il Comune di Genova.

“Francesca ci lascia il suo grande entusiasmo, ci ha insegnato a riempire di colori la vita, era una persona creativa e libera”, racconta Carola, una delle sue amiche. “Siamo tutte e due in Erasmus in questo momento, ci siamo sentite coinvolte da tutto quello che succedeva. Era come noi in un momento di libertà ed entusiasmo. Siamo tornate apposta, era un po' come se fossimo sedute lì accanto a lei”, aggiungono Agnese e Camilla, due ragazze del suo gruppo scout.

Cosa è tornato in mente di Francesca? “Il suo modo di stuzzicarci, di farci correre più veloci. Ci diceva sempre: 'Come siete noiosi'. Lo abbiamo scritto anche sul cartellone”. E poi, la sicurezza di una testimonianza che lascia il segno: “Non avevamo dubbi che sarebbe venuta così tanta gente”.

A condurre la veglia è stato il padre gesuita Francesco Cavallini, che ha guidato Francesca nell'esperienza della Comunità di Vita Cristiana. “È stata lei ad avvicinarsi a questo gruppo di crescita e condivisione umana e spirituale. Era come tante ragazze della sua età che non si accontentano di materialismo e perbenismo, voleva indagare”. Un uomo di fede, anche se la fede è difficile da conciliare col dolore: "A chi dice che Dio non lo permetterebbe rispondo, però, che il Dio che conosciamo noi non scappa dalla morte”.

“Una ragazza semplice, come le altre”, dicono tanti in chiesa. Ma è impossibile non ricordare quanto fosse eccezionale nelle sue esperienze sempre al servizio del prossimo: con gli orfani a Sighet tra Romania e Ucraina, il volontariato al Don Orione, il campo estivo in Benin dove ha provato sul campo la pratica della medicina insieme ai più poveri. “È sempre stata innamorata dei bambini. Francesca lascia un vuoto grandissimo, era l'espressione della vitalità e del buonumore”, continua Padre Francesco.

Ma ancora più grande, si può immaginare, è il vuoto che Francesca lascia nelle persone più vicine a lei. “I genitori Paolo e Anna li ho sentiti solo ieri sera, si stavano preparando per andare in Spagna col timore nel cuore”, ricorda Cavallini. E poi la sorella Marta e il fidanzato Federico, “una storia molto bella, iniziata anni fa, da quando erano ragazzini”.

La chiesa si svuota e sono abbracci, baci, gesti di conforto e sofferenza composta. I genitori, una volta riconosciuto il corpo in Spagna, torneranno insieme a lei e comunicheranno la data dei funerali. L'assessore Sibilla ha confermato che verrà osservato il lutto cittadino nel giorno delle esequie. Per ora resta il segno di un bellissimo abbraccio che la Genova delle facce giovani ha voluto tributare alla sua Francesca. Per colmare quello che non appare più come un vuoto, ma un grande esempio di vita e di amore che non verrà dimenticato facilmente.