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Primo consiglio alla Spezia dopo il terremoto in giunta
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La maggioranza si chiude a riccio. Il terremoto nel Partito Democratico e nella giunta spezzina non si discute (almeno per ora) in Consiglio Comunale. Sarà affrontato nella direzione del Pd. Orlandiani e paitiani limitano gli interventi, consapevoli che una parola fuori posto potrebbe accendere una miccia con conseguenze incontrollabili.

La tensione in aula si taglia con il coltello. Il consiglio si riunisce per la prima volta dopo il terremoto provocato dalla revoca delle deleghe all'assessore Stretti e dalle conseguenti dimissioni di altri tre assessori (Natale, Pollio e Basile).

Prima del Consiglio, gli Orlandiani del Pd si sono riuniti ipotizzando di non partecipare all'assemblea, per solidarietà agli assessori che si sono dimessi. Poi la decisione di limitare lo scontro con il sindaco ad un comunicato nel quale si chiede di cambiare i "metodi" nei rapporti interni alla maggioranza.

Federici, dopo aver informato il Consiglio degli stravolgimenti nella giunta, ha espresso l'auspicio di una rapida ricomposizione. Il dibattito si è aperto con quattro mozioni urgenti dei rappresentanti delle minoranze che chiedevano di di discutere immediatamente il caso Spezia. Urgenza respinta dalla maggioranza. Sarà fissato un Consiglio straordinario per discutere la mozione di sfiducia nei confronti della giunta.

L'opposizione grida allo scandalo. Frjija (Fratelli d'Italia) parla di "atteggiamento vergognoso" della maggioranza. "Ci sono questioni fondamentali per la città che non possono attendere la riappacificazione dentro il Pd" dice il consigliere Guerri (per la nostra città). Per Mannucci (forza italia) il sindaco "doveva rispondere immediatamente di questa grave situazione". Miranda (5 stelle) accusa il sindaco: "è stato fatto un pessimo servizio alla città". Bucchioni (rifondazione): "Federici si deve dimettere".

Si passa alle discussioni ordinarie. Senza altri scossoni. Giovedì e' in programma la direzione comunale, nonostante l'invito al rinvio del commissario Ermini, al momento resta fissato. Sarà lì che le anime del Pd potranno cercare la ricomposizione che, al momento, resta molto complicata.