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Si ispirano al filosofo genovese della 'democrazia diretta'
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Un gruppo di iscritti al Partito Democratico, esponenti renziani guidati dall’ex segretario dei Ds Alfonso Pittaluga, ha deciso di non rinnovare la tessera dando vita ad un’associazione ispirata al filosofo italiano Giuseppe Rensi, avvocato e docente di filosofia della morale presso l’Università di Genova. L’associazione prende il nome di ‘Esagono’ e si pone l’obiettivo di aprire dibattiti e trovare soluzioni alternative alle problematiche liguri. L'intervista ad Andrea Ratti, fondatore dell'Associazione Esagono.

Dal renzismo al rensismo: possiamo definirvi una colonia in fuga dal Pd? "Ci definiamo delusi dal Partito democratico e siamo consapevoli della peculiarità esclusivamente genovese. Genova è stata la piazza dove ha attecchito maggiormente questo rinnovato interesse per la politica che ha lasciato l’amaro in bocca. Il nostro intento non è reagire, bensì agire. Più che guardare al passato noi guardiamo al futuro."

Vi definite 'rensisti' perché seguite un modello riformista di Giuseppe Rensi, docente di filosofia della morale a Genova… "Per noi è un onore portare il nome di Giuseppe Rensi all’attenzione pubblica perché è stato un personaggio che ha nobilitato la politica con la sua presenza in tempi non facili pagando con un reato di opinione. È stato carcerato senza mai piegarsi alla libertà di pensiero. Al di là della politica, il suo libro ‘La democrazia diretta’, prende gli spunti da Gaetano Mosca, personaggio della destra storica, fiorendo con un brillante riformismo."

Ha citato un filosofo della destra: vi state spostando in quella direzione? "Non stiamo ruotando verso qualcuno, ma stiamo fissando l’asse del riformismo. Nella politica si è creato un vuoto: a destra si è radicalizzata la posizione facente riferimento alla Lega, a sinistra c’è una sorta di deriva che ha portato a una scissione. Ma il centro, il tessuto più produttivo ed espressione di una posizione positiva, non è rappresentato dalla parte migliore della popolazione che presa dallo sconforto non vota. E il nostro vero nemico è proprio il non voto."

L’obiettivo dell’Associazione Esagono è quello di fondare una lista civica per prossime elezioni comunali a Genova? "Non abbiamo la presunzione di porci questi traguardi e non abbiamo nemmeno l’ansia di porci dei limiti. A noi interessa creare un dibattito e dare voce alla tradizione genovese più nobile del pensiero liberale. Parole che sono state cancellate da questo marchio incolore che è il Partito democratico. Cerchiamo di dare anche ai giovani i motivi per interessarsi alla politica: il rapporto con il passato non va visto in maniera negativa, ci sono stati anche traguardi importanti."

Qual è il giudizio che date all’amministrazione Doria e a quello che sta accadendo al Pd a Spezia? "Quello che sta succedendo non è una problematica politica ma si tratta di personalismi: non vorremmo fare un gruppo espressione di singoli, ma vorremmo che i singoli fossero espressione del gruppo. Esagono è proprio questo: l’incontro tra figure diverse, come l’incontro tra il cerchio e il quadrato. La composizione di figure diverse dà valore aggiunto, ma dev’essere una discussione politica e non personale."

Cosa vi ha deluso maggiormente della figura del Premier Renzi e cosa vi delude della politica regionale del centrosinistra? "Bisogna distinguere l’ambito nazionale da quello regionale: da parte di chi governa c’è intenzione di cambiare e le riforme sono uno sforzo in positivo. Dunque non siamo tanto delusi da Renzi ma dal fatto che non si sta parlando di un partito politico. Il Pd ha suscitato grande interesse ed entusiasmo ma non ha mai attecchito. Non ci siamo sentiti a casa nostra, ma ospiti indesiderati."

L’Associazione 'Esagono' verso quale direzione è diretta? "Si va verso una consapevolezza dei valori come cittadini, soggetti pensanti che non sono passivi nei confronti della politica. Quando parliamo di democrazia diretta, Rensi cita il Canton Ticino e pone come esempio il referendum come mezzo per i cittadini di esprimere la propria volontà. La democrazia diretta è quella che ci manca, cioè la possibilità di dare parola ai cittadini."