sport

Ma i 2,1 miliardi per gli impianti permanenti andranno tutti a Roma
2 minuti e 18 secondi di lettura
È stato presentato ufficialmente il progetto con cui l'Italia si candida a ospitare le Olimpiadi del 2024. Il Comitato Roma 2024 lo ha esposto ai mille invitati al Palazzo Congressi dell'Eur a Roma.

Al di là del brand, che per forza di cose mette al centro la capitale, la prospettiva di organizzare in Italia i giochi planetari offre interessanti prospettive anche alla Liguria. Genova, infatti, rientra nelle undici città che ospiterebbero nei propri stadi le partite di calcio. Nel dossier presentato dal presidente del Coni, Luca Malagò, figura anche il Luigi Ferraris. 

Nel budget di spesa ultra-low cost prospettato da Montezemolo - 5,3 miliardi di euro per le sole spese inerenti alla manifestazione sportiva - rientrano anche i 2,1 miliardi destinati agli impianti permanenti. Da quanto risulta, però, saranno tutti concentrati sulle strutture romane, esistenti o da costruire. Quindi l'ipotesi di ammodernare lo stadio di Marassi in concomitanza delle Olimpiadi dovrebbe agganciarsi ad altre fonti di finanziamento. 

L'altra grande sfida connessa alle Olimpiadi è quella dei trasporti. Nella presentazione si parla di "città collegate l'una dall'altra da aereo o alta velocità". Ed è ben noto che Genova non sia baciata né dall'Alta Velocità né da collegamenti aerei efficienti e accessibili. La presenza di un impianto adibito al torneo di calcio potrebbe servire da ulteriore stimolo contro l'isolamento infrastrutturale della regione.

C'è un'altra città lontana dalla capitale che si candida a finire sotto i riflettori: a Cagliari andrebbero in scena le gare di vela. La scelta è caduta sul capoluogo della Sardegna per l'oasi naturale che le sta accanto. E qui la Liguria, capitale della nautica, potrebbe sollevare qualche mugugno. 

Sull'operazione di Roma 2024, comunque, non mancano le voci scettiche. In generale c'è chi ha fatto già notare un incremento notevole dei costi previsti (anche se inferiori, ad esempio, a quello della Francia, che metterà a disposizione 6-7 miliardi). L'Italia cercherà di cavalcare l'esperienza dell'Expo utilizzando la straordinaria vetrina olimpica per promuovere il made in Italy e l'immenso patrimonio culturale che ruota intorno alla capitale e non solo. A vigilare sui rischi legati alla corruzione ci sarà un apposito comitato di garanti, oltre all'Agenzia Nazionale Anti Corruzione. 

Si parla comunque di effetti importanti sull'economia: 177 mila posti di lavoro e una ricaduta dello 0,4% sul Pil. Tutti i costi, secondo il comitato, saranno ripianati dai ricavi e superati dalle entrate collaterali. Il verdetto arriverà nel 2017. Bisogna ricordare che la concorrenza è agguerrita (Parigi, Los Angeles e Budapest), ma l'Italia punterà sull'ecosostenibilità e sulle strutture già esistenti. La speranza è che, in caso di vittoria, anche le 'periferie' sappiano sfruttare il ritorno economico di un evento che manca nel Bel Paese dal lontano 1960.