 È un 'no' secco, quello del Consiglio comunale di Imperia, alla decisione della Asl 1 locale di concentrare tutte le nascite in un solo reparto di ostetricia a Sanremo. "Non mi sta bene che nessuno nasca più a Imperia, deve rimanere sulla carta d'identità", ha detto il primo cittadino Carlo Capacci in apertura di seduta.
                    
                    È un 'no' secco, quello del Consiglio comunale di Imperia, alla decisione della Asl 1 locale di concentrare tutte le nascite in un solo reparto di ostetricia a Sanremo. "Non mi sta bene che nessuno nasca più a Imperia, deve rimanere sulla carta d'identità", ha detto il primo cittadino Carlo Capacci in apertura di seduta. "Devono essere mantenute le strutture, non depotenziate, almeno finché non verrà costruito l'ospedale unico", prosegue il sindaco. Tutti d'accordo, quindi: un documento bipartisan sancisce la contrarietà dell'intero capoluogo al progetto dell'azienda sanitaria imperiese, "irragionevole" secondo il consigliere Giuseppe Fossati di Imperia Riparte.
"La Regione doveva monitorare nei dieci anni scorsi, invece non lo ha fatto", osserva Gianfranco Grosso (Imperia Bene Comune) puntando il dito contro la passata amministrazione. Ora si chiede alla giunta Toti, e in particolare all'assessore Sonia Viale, di fare un passo indietro: "Anche noi siamo cittadini di serie A - continua Grosso - e bisogna prendere atto che il diritto alla salute è stato interpretato male negli ultimi anni. Un ospedale unico non è la soluzione per questo territorio".
Ad asstere alla seduta c'erano anche comitati di cittadini provvisti di nastri azzurri e rosa per manifestare in sintonia con l'aula consiliare, oltre a sindaci e assessori del circondario.
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