
Il disegno di legge prevede contributi a fondo perduto oppure in conto interesse, forme di vantaggio nell'accesso al credito. I criteri nella concessione saranno stabiliti dalla giunta regionale con una apposita delibera dopo aver consultato Anci e le associazioni di categoria delle imprese commerciali. Le misure saranno finanziate attraverso una quota del "Fondo per il sostegno alle piccole imprese commerciali" gestito da Filse e non comportano oneri per il bilancio regionale perché si prevede una redistribuzione delle risorse del Fondo stesso. "Oggi si è concluso l'iter riguardo le misure a tutela della piccole botteghe di paese, misure fortemente volute dall'assessore allo Sviluppo economico Edoardo Rixi - ha spiegato Pucciarelli - misure che hanno visto la partecipazione anche della minoranza. Questi piccoli negozi che rischiano la chiusura perché soffocati da burocrazia e tasse e che molto spesso, nei piccoli paesi, hanno come loro attività prioritaria quella di una funzione sociale prima ancora che economica, oggi, grazie a questo aiuto, potranno finalmente continuare nella loro importante funzione. Ora il provvedimento licenziato dalla Commissione passerà all'esame del Consiglio regionale".
La stesura definitiva del testo di legge, che ha assorbito emendamenti presentati da Andrea Costa (gruppo misto- Ncd Area Popolare) e Juri Michelucci (Pd) (vedi comunicato 216) e da altri membri della commissione, prevede le agevolazioni per le attività nei Comuni che abbiano una popolazione residente non superiore a 1000 abitanti. Agevolazioni anche per i Comuni non superiori ai 5 mila abitanti che soddisfino almeno due dei seguenti criteri: il rapporto fra popolazione residente e superficie deve essere inferiore al valore medio della provincia di appartenenza, il rapporto fra numero di imprese e superficie deve essere inferiore al valore medio della provincia di appartenenza, il rapporto fra numero di imprese e popolazione residente deve essere inferiore al valore medio della provincia di appartenenza. Accolto anche un emendamento presentato da Giovanni De Paoli (Lega Nord Liguria-Salvini) che ha chiesto di considerare attività commerciali di montagna quelle presenti ad una altitudine superiore ai 300 metri.
IL COMMENTO
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