cronaca

"La famiglia di Giuseppe vuole sapere la verità"
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“Ora vogliamo sapere la verità, cos'è successo e chi lo ha ucciso”: dopo la conferma dell'esame del Dna, la madre di Giuseppe Colabrese, Annarita Grossi, parla tramite l'avvocato della famiglia, Federica Benguardato.

Il figlio 27enne era partito dall'Abruzzo per una vacanza in Liguria, ma le sue tracce si erano perse da fine agosto. Il suo cadavere è stato ritrovato per caso in un bosco di Arcola, nello spezzino. Sulla morte del giovane la Procura del tribunale di La Spezia ha aperto un fascicolo contro ignoti. Si ipotizza l'omicidio volontario. Nei prossimi giorni potrebbe essere contestato anche il reato di occultamento di cadavere, viste le modalità del ritrovamento. Come riportato da Benguardato, i genitori di Giuseppe “sono distrutti, non accettano di aver perso il maggiore dei figli in questo modo così assurdo”.

Secondo il legale della famiglia ci sono troppi lati oscuri nella storia, dall'improvvisa scomparsa alle modalità con cui è stato ritrovato il corpo. "Lui che non amava fare passeggiate solitarie e che aveva paura degli animali - sottolinea - E poi perché indossava scarpe nuove, appena comprate? E i pantaloni corti in un posto così impervio?”

L’amico che Giuseppe doveva raggiungere per la vacanza sostiene che non ha dormito da lui ma in un bed and breakfast, e che non l’ha più rivisto dopo l’arrivo in stazione. Ma nessun albergatore sembra averlo ospitato. “Di sicuro in quel bosco non ci è andato da solo – continua Benguardato – L'impressione è che sia stato ucciso in un posto e poi trasportato nel luogo del ritrovamento da una persona che conosce bene la zona e che sapeva che il corpo non sarebbe mai stato ritrovato, perché a farlo sparire ci avrebbero pensato i cinghiali. Cosa che sarebbe avvenuta, se i cacciatori che lo hanno trovato non si fossero spinti, per pura casualità, in quel dirupo”.