Alla Sampdoria Juan Antonio arrivò nel gennaio 2012, uno dei mercati più turbolenti con la squadra blucerchiata inopinatamente scivolata mesi prima in Serie B e impantanata, nonostante Iachini in panchina, lontano dalla zona playoff. L'approdo a Genova, insieme al terzino Berardi, da Brescia, in un'operazione costosa(5 milioni) che fece molto discutere gli allora inviperiti tifosi che avevano nel mirino soprattutto il consigliere d'amministrazione Antonio Guastoni. Una manciata di presenze, un paio di gol(uno molto bello ma inutile a Torino) e Juan Antonio chiude dopo un anno la sua esperienza sampdoriana rifugiandosi a Varese. L'ultima volta lo hanno avvistato a Salò, con la maglia del Feralpi. Anzi, la penultima.
Perché, come ha raccontato in un'intervista a Il Fatto Quotidiano, ora Juan Antonio è tornato in Argentina e vuole cambiare vita. Con una chitarra in mano. Già prima di sfondare nel calcio l'esile trequartista ci aveva provato: chitarra in mano, gruppo "La Vieja Mimosa", cover e pezzi originali.
Adesso, con qualche soldo in tasca in più, Juan Antonio ci riprova. I calciatori musicisti non mancano: a Padova Alexi Lalas era ricordato per il suo rock e la sua barba più che per le prodezze da centrale difensivo, un Presidente come Cellino faceva ormai più il chitarrista che l'imprenditore. Alla lista, ricca anche di improvvisati cantanti, si aggiunge ora Juan Antonio.
Dal gol alle sette note, in fondo, le luci delle ribalta sono sempre accese e il passo non è poi così lungo.
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