Già realtà in alcune regioni ma sconosciuta ai più, la telemedicina, ovvero la possibilità di cura a distanza attraverso dispositivi tecnologici, potrebbe garantire 1,4 miliardi di euro di risparmi ai conti della sanità pubblica. Ma ancora solo un italiano su 3 dichiara di sapere bene in che consiste.Eppure le potenzialità dell'assistenza a domicilio attraverso pc, tablet o smartphone, non passa inosservata anche a chi la conosce poco o nulla. Ben il 90% dei cittadini infatti la ritiene utile. A fornire il quadro della percezione di questo importante strumento per il contenimento della spesa, sono i dati presentati a S@lute, il Forum della Sanità Digitale che si apre oggi a Roma.
Ideata da Aris (Agenzia di Ricerche Informazione e Società) e Netics, è la prima grande manifestazione nazionale interamente dedicata al tema della salute digitale e promuove il confronto tra Istituzioni, cittadini, aziende e associazioni.
L'integrazione tra ospedale e territorio attraverso la telemedicina, secondo un'analisi Netics basata su dati del ministero della Salute, porterebbe alla riduzione del 5% delle giornate di ricovero dei pazienti acuti in ospedale, ognuna della quale ha un costo di circa 800 euro. Ma ridurrebbe anche del 10% le giornate trascorse dai pazienti in strutture di lungodegenza.
Tra la popolazione però la conoscenza della telemedicina è molto scarsa: in base a un'indagine statistica condotta su un campione di 4.500 persone, dichiara di sapere bene in che consiste solo il 31% degli italiani. Il 27% non ne ha mai sentito parlare, in mezzo una fascia di persone che ne sanno qualcosa ma hanno idee poco chiare.
Interesse e curiosità sono però diffusi. In molti, ovvero l'87%, percepiscono il potenziale risparmio di costi, ma anche di tempi di spostamento, che la possibilità del controllo a distanza delle condizioni del malato riduce drasticamente, in particolare nell'ambito delle malattie cardiache e respiratorie.
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