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Incertezze e crollo materie prime, Milano perde il 4%
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Apertura nera in borsa per i listini europei ed asiatici. Si teme per la tenuta della Cina e avanza lo spettro di un rallentamento economico globale. A peggiorare la situazione le turbolenze sulle valute dei paesi emergenti, il petrolio sotto i 45 dollari per la prima volta dal 2009 e le incertezze che aprono le nuove elezioni in Grecia, dopo le dimissioni del premier Tsipras.

L'Europa vive la sua peggior seduta borsistica dal 2011. L'indice Dj Stoxx Europe 600 affonda del 5,3% mentre la paura per l'economia cinese, le turbolenze sui mercati emergenti e il crollo delle materie prime scatenano un vero e proprio 'panic selling' sul Vecchio Continente.

MILANO -4% - Precipita la situazione a Milano, dove tra una raffica di sospensioni, l'indice Ftse Mib cede il 4,65% a 20.735 punti. Sono 18 i titoli costretti a uno stop in asta di volatilità. Tra quelli rimasti agli scambi Mediolanum cede il 5,96%, Telecom il 5,43% mentre resta piatta Wdf.

È il peggior calo degli ultimi quattro anni per i listini asiatici ancora nella bufera. L'indice di riferimento della regione, l'Asia Pacific Index, ha perso il 4,9%, mentre Shanghai (-8,49%) non subiva un tale scossone dal 2007; l'indice di Shenzhen ha perso 7,83%. L'Orso continua a mordere Hong Kong (-4,63%) e Tokyo ha lasciato il 4,61 per cento.

Affondata la Borsa di Tokyo, che cede il 4,61%, vicino al minimo intraday prossimo al 5%. L'indice Nikkei brucia 895,15 punti e scende sotto quota 19.000 per la prima volta da metà marzo, fino a 18.540,68.

Euro ancora in rialzo a 1,1425 dollari. I mercati valutari europei non credono ad un imminente rialzo dei tassi Usa da parte della Fed. La divisa comunitaria viene scambiata a 1,425 dollari migliorando rispetto ai 1,1366 dollari di venerdì dopo la chiusura di Wall Street. L'euro è invece in leggera perdita rispetto allo yen. La moneta comune viene scambiata a 138,41 yen in calo rispetto ai 138,7 yen di venerdì.