Ha scandito il ritmo di più quarant’anni di pop-rock italiano. Giancarlo Golzi, sanremese, batterista dei Matia Bazar e prima ancora del Museo Rosenbach, uno dei primi gruppi di rock progressivo degli anni settanta, se ne è andato improvvisamente nella sua casa di Bordighera colpito da un infarto. E se ne è andato troppo presto, non solo perché aveva soltanto 63 anni ma anche perché era ancora una fucina di idee, ricco di ispirazione e progetti, pronto a partire per un tour celebrativo dedicato proprio ai quarant'anni dalla fondazione dei Matia Bazar.
E in fondo lui era i Matia Bazar, l’unico che nel continuo e a volte perfino frenetico andirivieni di componenti del gruppo, in una realtà di sliding doors perfino eccessiva, non aveva mai lasciato la band, dal momento che anche lo stesso Piero Cassano, l'altro attuale membro storico, si era preso una pausa dal 1981 al 1999, convinto a rientrare proprio da Golzi dopo che i due si rincontrarono al funerale di Aldo Stellitta quando la collaborazione tra Cassano ed Eros Ramazzotti si era conclusa da poco.
I Matia Bazar, insomma, erano un po’ cosa sua fin dalla loro costituzione, nel 75, con Cassano, Stellitta, Carlo Marrale e Antonella Ruggiero. E il successo arrivò praticamente subito, da quel Stasera... che sera! che partecipò al Disco per l’estate spalancando loro le porte del grande pubblico televisivo, per durare decenni e passare attraverso brani che hanno fatto la storia della musica italiana, da Vacanze romane a C’è tutto un mondo intorno (di cui scrisse i testi) e da Solo tu a Per un’ora d’amore.
Solo per ricordarne alcuni. Senza contare le due vittorie al Festival di Sanremo, nel 1978 con E dirsi ciao e nel 2002 con Messaggio d'amore, e la sua attività esterna al gruppo che lo hanno portato a diventare direttore artistico sia dell'Accademia della città dei fiori, dedicata ai giovani che desiderano partecipare alla manifestazione canora nella categoria Nuove proposte, che del musical italo-francese I dieci comandamenti per il quale ottenne un premio come paroliere.
Ma la grandezza di Golzi sta anche nella sua umiltà e nella sua disponibilità, doti che gli hanno conquistato l’affetto di molti colleghi che gli ritorna amplificato proprio in queste ore: “Eri un grande professionista, ti ricordo per la tua gentilezza che oramai è rara in questo mondo, non solo quello musicale.
Guardaci da lassù e portaci dove il mare è più blu. Ti voglio bene”, ha postato su Instagram Eros Ramazzotti mentre Gianluca Grignani ha scritto su Twitter ‘Apprendo solo ora la notizia della morte di #GiancarloGolzi mi dispiace tantissimo, eri l'anima dei #MatiaBazar’.
Ma c’è una cosa da dire: che se il destino a volte può essere crudele e impietoso, e questo è uno di quei casi, se non altro gli artisti veri come Giancarlo hanno almeno una fortuna, un dono rarissimo precluso a molti: quello di entrare nel cuore della gente, costruirvi una piccola nicchia, e non uscirne più.
cronaca
Giancarlo Golzi, per 40 anni il ritmo dei Matia Bazar e del pop-rock italiano
Colpito da un infarto a 63 anni
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