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Er viperetta deve chiedere scusa ai tifosi e al mister
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La Sampdoria è alla frutta, ancora prima di iniziare. Non tanto per il gioco, ma per la schizofrenia, la irrazionalità, l'incapacità di portare avanti la società. Ferrero d'altronde non ha mai dato l'idea di essere il timoniere di una società, tantomeno di calcio. Dai cinema agli aerei della Livingston ha avuto molte intuizioni, concluse molto spesso con conti economici più che discutibili.

Lo showman Massimo Ferrero è l'esatto opposto del sobrio Riccardo Garrone. Che soldi (non solo suoi, ma di tutta la famiglia) ne ha messi molti. Poche parole e molte palanche, insieme a capacità manageriale e correttezza nei rapporti. Una figura atipica per il mondo del calcio, come Paolo Mantovani prima di lui.

Tra dirigenti federali, presidenti e direttori sportivi che governano (purtroppo) il calcio c'è chi sostiene che "per stare in questo mondo dove le regole NON sono uguali per tutti, bisogna avere il pelo". Un attributo che sicuramente viene riconosciuto a Massimo Ferrero, al quale però mancano le palanche di altri presidenti. Sarà simpatico e istrionico, ma la capacità manageriale di gestire una società come la Sampdoria deve ancora dimostrarla.

E un segnale negativo arriva dalla gestione del rapporto con Walter Zenga. Pensare di criticare l'allenatore alla prima uscita è follia pura, significa ammettere: "Ho sbagliato io la scelta. Chiedo scusa a tutti e mi assumo la responsabilità dell'errore". E lo dica a chiare lettere, il 'viperetta': "Garrone mi ha lasciato una società organizzata con un allenatore straordinario e dei giocatori forti, resi ancora più forti da Mihajlovic. Appena ho fatto di testa mia ho venduto per fare cassa, ho perso un grande allenatore, ho sbagliato la scelta del nuovo, ho spaccato lo spogliatoio proponendo Cassano".

Ferrero deve chiedere scusa ai tifosi e soprattutto a Zenga. Con molti punti interrogativi: in caso di esonero, il nuovo mister con questo materiale tecnico quando potrebbe durare? Arriverebbe al panettone? E dopo un paio di sconfitte arriva un altro allenatore? 'Er viperetta' vuole battere il record di cambi in panchina in un anno?

Le società vincenti organizzano prima di tutto un management vincente. L'arrivo di Walter Zenga non era scritto nei testi sacri. Ma ormai è al lavoro dal primo luglio. Il suo lavoro va rispettato e valutato nel tempo, non solo una o due partite. Va rispettato come uomo e come professionista. Buttare la croce addosso all'allenatore come capro espiatorio non aiuta la Sampdoria, chiamata a risolvere ben altre grane.

La squadra blucerchiata non è più quella di Garrone con le palanche, né quella di Mihajlovic che faceva rendere i giocatori al 200 per cento. I tifosi lo sanno, ma devono ancora elaborare la difficoltà manageriale della società. La situazione è dura e molto delicata. Bisogna prenderne atto con nervi saldi, o si finisce davvero appesi a testa in giù ancora prima di iniziare.

Chi ha sbagliato è sicuramente il presidente, responsabile di tutte le scelte. Per questo, esonerare Zenga corrisponde alla certificazione del fallimento di Ferrero.