cronaca

Il processo è previsto l'8 luglio davanti al gup di Genova
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Saranno processati l'8 luglio con rito abbreviato il padre e il cugino acquisito di una disabile psichica di 25 anni che, dopo aver partorito in casa un bimbo forse morto, sarebbe rimasta in una situazione molto precaria per alcuni giorni nell'abitazione dove viveva con il padre infermiere, nel levante ligure. L'abbreviato è stato chiesto dai due imputati all'inizio dell'udienza preliminare davanti al gup Ferdinando Baldini. Il padre, difeso dagli avvocati Nicola Boggiano e Irene Rebora, è accusato di abbandono di disabile, in particolare dopo il parto, di maltrattamenti e di occultamento del cadaverino che non è mai stato trovato.

Secondo l'accusa la giovane non sarebbe stata accudita dal genitore nonostante una grave emorragia post partum e non sarebbe stata visitata da alcun medico. Per il 'cugino', assistito dall'avvocato Emanuele Lamberti, il reato ipotizzato è violenza sessuale aggravata dall'aver abusato di una persona disabile in almeno tre occasioni, da novembre a dicembre 2013. Le indagini della polizia sono state coordinate dal procuratore aggiunto Francesco Cozzi. I fatti risalgono al giugno 2014.

La perizia effettuata dal dottor Gianluigi Rocco sostenne che la ragazza era invalida all'85% e affetta da sindrome di Steinert con grave deficit intellettivo. La polizia, a fine giugno 2014, intervenne dopo la segnalazione di una vicina. La giovane era stata trovata agonizzante a letto e in condizioni igieniche precarie. Fu salvata dai medici dell'ospedale dove fu ricoverata. Il padre e il 'cugino' furono arrestati e sono tutt'ora in carcere.