politica

Intervento in corso alla Camera dei deputati
2 minuti e 53 secondi di lettura
Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi si è dimesso in Aula alla Camera ma non senza una difesa serrata del suo operato. "Non chiedo garnatismo perché dai pm non c'è nessuna accusa", ha sottolineato. E ha rivendicato il lavoro di 22 mesi al ministero che "non possono essere cancellati in tre giorni".

Stretto tra il pressing, anche nella maggioranza, e la pubblicazione di nuove carte dell'inchiesta grandi opere che lo lambiscono, il titolare delle Infrastrutture ha ceduto annunciando nel salotto di 'Porta a Porta' che lascerà il suo incarico. Per la successione tra le ipotesi c'è quella del presidente della commissione anticorruzione Raffaele Cantone.

IL PLAUSO DI RENZI - "La scelta di Maurizio è una scelta saggia, per sè, per Ncd, per il governo": cosi' il presidente del Consiglio Matteo Renzi commenta le dimissioni del ministro delle infrastrutture Lupi. "Al termine dell'informativa" alla Camera, "rassegnerò le dimissioni", aveva detto il ministro Maurizio Lupi durante la registrazione di Porta a Porta. "Per me la politica non è un mestiere ma passione. E' poter servire il proprio Stato. Non ho perso né l'onore né la passione", aveva aggiunto Lupi. 

TRASPORTI, IPOTESI CANTONE - Non sarà Maurizio Lupi quindi il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti al taglio del nastro dell'Expo 2015. L'inaugurazione dell'evento potrebbe vedere Matteo Renzi nella duplice veste di presidente del Consiglio e ministro ad interim. Ma non è escluso un rapido avvicendamento, con 'mini rimpasto' di governo e l'approdo di un nuovo ministro di Ncd agli Affari regionali. In ogni caso il premier è intenzionato a portare a Palazzo Chigi la struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture: una vecchia idea di Renzi, alla quale proprio Lupi si era opposto.

Circola l'ipotesi che Renzi chieda a Raffaele Cantone, magistrato e presidente dell'Autorità anticorruzione, di prendere le redini di un ministero nella bufera dopo l'arresto dell'ex superdirigente Ercole Incalza. La scelta avrebbe in questo senso un forte significato simbolico, per un cambio di passo nella gestione degli appalti pubblici. Ma la controindicazione è che Cantone dovrebbe interrompere il delicato lavoro all'Anticorruzione, a meno di un anno da una nomina fortemente voluta dal premier. Per questa ragione la scelta potrebbe cadere su un altro nome, come quello di Mauro Moretti, amministratore delegato di Finmeccanica ed ex ad delle Ferrovie, o anche quello di Andrea Guerra, ex ad di Luxottica, che ora collabora da "superconsulente" a Palazzo Chigi.

Tra i parlamentari, però, c'è chi scommette che ancora una volta Renzi sceglierà un ministro politico, non un tecnico. E magari una persona di sua stretta fiducia. In questa logica in pole position appare il nome di Luca Lotti. Qualcuno cita anche il deputato David Ermini. Ma, anche per riequilibrare la presenza femminile nel governo, non si esclude che la scelta cada su una figura come quella di Debora Serracchiani, attuale vicesegretario del Pd. Renzi potrebbe a ogni modo rinviare la scelta e tenere l'interim al ministero fin dopo le regionali.

Ncd potrebbe invece compensare l'uscita di Lupi dal governo con un altro ministero, anche se non dello stesso peso di quello dei Trasporti. E' infatti vacante, dal momento delle dimissioni di Maria Carmela Lanzetta a gennaio, la poltrona degli Affari regionali. A ricoprirla potrebbe andare Gaetano Quagliariello, attuale coordinatore di Ncd, che aveva lasciato il governo dopo la staffetta tra Letta e Renzi.