Calano i reati denunciati, le estorsioni e gli episodi di usura, diminuiscono gli arresti e le denunce per concussione ma la Liguria è al terzo posto, dopo Lombardia e Sicilia, per verifiche da parte delle forze dell'ordine alle imprese che vogliono lavorare nella regione. L'analisi dei dati relativi alla Liguria contenuti nella semestrale della Direzione investigativa antimafia presentata al Parlamento è di facile lettura. I reati e le persone denunciate o arrestate calano, rispetto allo stesso semestre 2013, ma l'attenzione resta elevata per le infiltrazioni storiche della criminalità organizzata nella rete economica e produttiva della regione. Nella relazione si cita soprattutto la presenza delle 'locali' di 'ndrangheta ma anche di una 'antica' famiglia di camorra, quella degli Zaza-Mazzarella. Sia in capo ai calabresi della cosca catanzarese dei Tratraculo che ai napoletani del clan Mazzarella sono stati operati sequestri di beni plurimilionari a Chiavari e a Cogoleto.
Per quanto riguarda la malavita organizzata d'importazione, in Liguria maggiore è quella albanese seguita da quella di provenienza nord africana, cinese, romena e sudamericana. Gli albanesi sono dediti al traffico di droga, i cinesi allo sfruttamento della prostituzione mentre per quello che riguarda i sudamericani sono le pandillas sudamericane a preoccupare di più. E proprio la malavita sudamericana potrebbe, anche in Liguria, aver stretto accordi con la 'ndrangheta per quanto riguarda il traffico di stupefacenti, patto realizzato in tutta Italia.
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