Il giudice per le indagini preliminari Roberta Bossi ha concesso gli arresti domiciliari a Gino e Vincenzo Mamone, i due fratelli imprenditori arrestati lo scorso novembre nell'ambito dell'inchiesta su un giro di escort in cambio di appalti, che ha coinvolto il dirigente Amiu Corrado Grondona. Per Gino Mamone il giudice ha disposto l'applicazione del braccialetto elettronico perché sussisterebbe un pericolo di fuga. I pm Paola Calleri e Francesco Cardona Albini, che coordinano le indagini del Noe, avevano dato parere favorevole all'attenuazione della misura cautelare. Lo scorso novembre, oltre ai due imprenditori erano finiti in manette anche Luigi Mamone, Claudio Deina e Grondona. Anche a loro sono stati concessi gli arresti domiciliari. Secondo l'accusa, Grondona favoriva gli imprenditori amici dopo cene e notti con escort, concedendo loro appalti senza alcuna gara.
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