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Mercoledì l'analisi delle denunce per "irregolarità"
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Primarie Pd fra le polemiche in Liguria dove, dopo una campagna dai toni duri, le urne hanno dato la vittoria a Raffaella Paita, attuale assessore regionale alle Infrastrutture e alla protezione civile. Il suo competitor Sergio Cofferati ha contestato il voto e, pur non chiedendone l'annullamento, ha segnalato al collegio dei garanti "numerose irregolarità". Il collegio ne ha preso atto e ha rinviato ogni decisione a mercoledì prossimo in attesa della documentazione integrativa annunciata dal suo comitato. "Non chiedo l'annullamento del voto, ma voglio che il Collegio dei garanti esamini tutti i ricorsi in modo che ci sia un quadro definito di quanto accaduto e delle conseguenze che ci saranno", ha chiosato Cofferati.

Quello che sembra un passo indietro, di fatto è solo un armistizio. E le dichiarazioni di Cofferati al Fatto Quotidiano non lasciano dubbi su una competizione in cui mai si era visto uno scontro tanto aspro. Tanto da far dire a Cofferati di aver respirato “odio”. Da fargli ipotizzare: “Non è detto che ci si possa poi ritrovare a sostenere lo stesso candidato”. Insomma, c’è il rischio serio di una spaccatura nel Pd. Non basta: “Ho visto un sistema di potere, una cupola terrorizzata dall’idea che fossero aperti i cassetti. Che si scoprisse cosa avevano fatto in questi anni”.

Il rischio di una spaccatura interna al Pd non è campato in aria e la conferma arriva da un esponente nazionale del calibro di Pippo Civati. “C’è un disagio nel partito che si è acuito in queste ore fuori dalle soglie a cui eravamo abituati. Quando si perde, non tanto l’identità che abbiamo sparito tempo fa, ma il concetto di alternativa rispetto alla destra, questo porta a una serie di problemi che devono essere valutati per le conseguenze a cui possono portare”, dichiara l’esponente del Pd, richiamando tra le righe agli accordi tra Raffaella Paita ed esponenti del Nuovo Centrodestra. “Spesso la facciamo troppo facile, ma in Liguria mi sembra che la situazione sia apertissima. Quello che faranno Cofferati, Quaranta e la parte più tradizionale della sinistra potrà avere rilevanza non soltanto a livello ligure”. 

La presenza di una coalizione di sinistra alternativa al Partito Democratico alle prossime elezioni regionali è stata ventilata, tra le righe, dal deputato Stefano Quaranta di Sel. "Servirebbero persone al servizio delle idee. Quando le idee sono al servizio delle persone, quando ci sono persone già candidate a 8 mesi dalle primarie c'è qualcosa che non va. Se sono buoni anche i voti della destra non mi stupisco più di nulla. Mi riferisco a Raffella Paita, la candidata che non sosterremo mai alle elezioni", conferma Quaranta.

La frattura sembra più che evidente e negare l'evidenza non aiuta il partito. Eppure Claudio Burlando, il vero artefice della "vittoria alla Paita", va in controtendenza rispetto a quanto emerso dalle urne e non si dice d'accordo con chi parla di un partito diviso. "Non condivido questa analisi, non sono per niente d'accordo. E' chiaro che le personalità in campo sono diverse e, se non vogliamo ipocrisie, è giusto che esprimano con forza le loro idee di politica e di governo della regione per dare la possibilità a chi vuole di scegliere". 

Il ministro della Difesa Roberta Pinotti, sostenitrice di Paita, ha commentato la vittoria alle primarie dell'assessore regionale, sottolineando però la sconfitta di Paita a Genova. "Quando si perde ci può essere amarezza, ma il risultato non è personale, è del partito. C'è un risultato netto, dobbiamo rafforzare Raffaella Paita per vincere tutti insieme in Liguria. C'è un punto su cui lavorare che è Genova, Raffaella lo sa bene".

Intanto il segretario regionale del Pd ligure, Giovanni Lunardon, sostenitore dichiarato di Sergio Cofferati alle primarie del centrosinistra, non ha intenzione di dimettersi. "E' legittimo per tutti, compreso il segretario del partito, avere le proprie opinioni ed esprimerle, io sono uno che fa le battaglie in modo frontale a viso aperto, le ho fatte, sarebbe bizzarro che tutti si possono esprimere a parte il segretario".

Dopo la segnalazione al Collegio dei garanti, mercoledì l'ala pro-Cofferati attende una valutazione seria del dossier su eventuali irregolarità del voto. In particolare, il caso-Albenga sembra la ferita più difficile da rimarginare. Presunte irregolarità denunciate sia da Eraldo Ciangherotti (Forza Italia) che da Paolo Tabita (Pd). “Via Roma oggi sembra diventata la strada principale di Marrakech in Marocco. Era affollatissima di stranieri che sono andati a votare”, ha detto Ciangherotti. “Noi sappiamo che c’erano persone fuori che restituivano i due euro a chi andava a votare. Sappiamo che sono stati fatti dei movimenti con degli ex forzisti che sono passati dall’altra parte”.

Ferruccio Sansa, direttore dell'edizione del lunedì del Fatto Quotidiano, sottolinea la 'memoria corta' dei liguri e la conferma di un gruppo di potere che sembra inamovibile da 20 anni. "“Abbiamo avuto il 40% del Consiglio regionale indagato per l’inchiesta sulle spese pazze, abbiamo avuto due vice-presidenti della regione che sono stati arrestati nel silenzio più totale della signora Paita, abbiamo avuto scandali come l’arresto dell’imprenditore Mamone, che parlava al telefono con il marito dell’assessore Paita, abbiamo avuto alluvioni che sono state provocate anche in parte dalla cementificazione voluta da questa classe dirigente, abbiamo disoccupazione, abbiamo imprese che se ne vanno”.

La Commissione elettorale regionale ha intanto convalidato e trasmesso i risultati finali delle primarie al Comitato politico per la proclamazione del vincitore.
Paita ha ottenuto 28.973 voti contro i 24.916 di Cofferati, staccato di circa 4mila voti. Sei le schede contestate. Alta l'affluenza alle urne con 55mila elettori che si sono recati a votare. Paita si è affermata nelle province di Imperia, Savona e La Spezia, la sua città; mentre Cofferati ha avuto successo a Genova e nel Tigullio.