cronaca

Per chiedere certezze sul loro futuro occupazionale
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La seduta del consiglio regionale è stata sospesa. I lavoratori delle province illustrano le loro istanze dalla tribuna riservata al pubblico. Tra i casi evidenziati dai dipendenti quello dell'ufficio inclusione disabili della provincia di Genova. L'appalto a una coop privata scade il 28 febbraio e al momento non c'è un interlocutore istituzionale con cui discutere un eventuale rinnovo che, dicono i lavoratori, rischia tagli importanti.

Sono circa un migliaio i lavoratori delle province liguri che hanno dato vita a un corteo a Genova.
I lavoratori, partiti dalla sede della Provincia di Genova, hanno raggiunto la sede della Regione Liguria per chiedere certezze sul loro futuro occupazionale e la permanenza di servizi fondamentali, svolti oggi dagli enti provinciali, come la difesa del suolo, la manutenzione strade, la formazione.

"Tra 10 giorni le province chiuderanno ma, per ora, non sappiamo ancora nulla del nostro futuro - spiegano - chiediamo la solidarietà dei cittadini, lottiamo anche per loro". Molti lavoratori portano cartelli con scritto "in scadenza il 31/12/14". Secondo i manifestanti oggi è all'esame un emendamento del governo alla legge di stabilità che taglia le spese del personale del 50% per le province e del 30% per le città metropolitane. Oggi, accusano, tagliano sia le risorse sia le persone fisiche ed è previsto che il governo tenga a Roma gran parte degli introiti che attualmente vengono tenuti sul territorio dalle stesse province. 

UNA PROTESTA NAZIONALE - Sindacati pronti all'occupazione delle Province ad oltranza contro la Legge di Stabilità. Lo annunciano in una nota unitaria i sindacati della P.a. "Oggi la mobilitazione si estende a tutte le Province italiane, e senza un intervento del Governo, un passo indietro su provvedimenti dannosi e insensati, non si fermerà''.

"Chiediamo al Parlamento di evitare il peggio, alle Regioni di fare la loro parte", proseguono nella nota i segretari generali di Fp-Cgil, Rossana Dettori, di Cisl-Fp, Giovanni Faverin e di Uil-Fpl, Giovanni Torluccio, rilanciando la mobilitazione dei lavoratori delle province "contro il rischio di esuberi per 20 mila lavoratori a tempo indeterminato e del licenziamento per oltre 2 mila precari".

La protesta si estende anche contro i "pesanti tagli previsti in Legge di Stabilità". Tagli che per i sindacati "mettono a rischio il funzionamento dei servizi di area vasta, dalla sicurezza scolastica alla tutela ambientale, passando per la viabilità e le politiche attive sul lavoro". Insomma, avvertono, "la mobilitazione che è cresciuta in queste settimane oggi raggiungerà il suo apice in tutto il Paese, dopo le prime occupazioni di ieri". E assicurano: "Senza un dialogo vero la mobilitazione continua". Le sigle del pubblico impiego spiegano di volere "un riordino vero", ma, aggiungono, "il Governo abbandoni certi toni".