Katerina Mathas assolta per l'omicidio del figlio di otto mesi ma condannata a quattro anni per abbandono di minore, potrebbe non fare nemmeno un giorno di carcere. Nei giorni scorsi, infatti, è diventata definitiva la sentenza di primo grado pronunciata lo scorso maggio con la quale i giudici l'hanno scagionata per la morte del piccolo Ale, avvenuta la notte tra il 15 e il 16 marzo 2010.
I difensori della donna non hanno impugnato la sentenza e nemmeno la procura generale. Scaduti i termini, in questi giorni, per impugnarla, la sentenza è diventata definitiva dopo solo un grado di giudizio. Ma la Mathas, che partorirà nelle prossime settimane, potrà chiedere direttamente l'affidamento ai servizi sociali per scontare la pena.
La nuova legge, infatti, prevede che possano chiedere l’affidamento sia le donne che aspettano un figlio o che hanno da poco partorito che le persone che abbiano superato i 75 anni di età per condanne fino a quattro anni, aumentando di un anno il termine precedente.
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