Una scelta di vita: da Bologna a Genova, per risposarsi, fare un figlio, vivere (salvo impegni europei) nella "Superba" e alla fine dover fronteggiare, come ogni "foresto", la freddezza con la quale i genovesi accolgono gli ospiti nella loro città, per quanto illustri e per quanto spinti da un autentico amore per la Liguria.
Ci ha dovuto fare i conti anche Sergio Cofferati, ex segretario generale della Cgil, ex sindaco di Bologna, al suo secondo mandato da europarlamentare: l'uomo che nel 2003 portò 3 milioni di persone in piazza, quello che tenne testa a Silvio Berlusconi in difesa dell'articolo 18 (salvo poi vederlo messo a rischio dal suo stesso partito) alla fine ha dovuto fare i conti con la tipica accoglienza ligure: "Genova non mi ha adottato. Sono qui per scelta, perché mia moglie è di qui, perché qui ho fatto un figlio, perché qui ci vivo. Non capisco l'ostilità con cui si guarda a chi sceglie di venire a vivere a Genova".
Lo dice tra il serio e il faceto, ma è evidente che nella sua discesa in campo Cofferati non vuole passare per il "foresto", il big nazionale paracadutato in Liguria dopo essere stato spedito a Bruxelles. Si considera ligure, punto e basta, e lo facciano anche i suoi avversari. Nell'attesa Cofferati arruola Federico Berruti. Non si parla ancora di incarichi, ma vorrebbe che partecipasse alla costruzione della sua proposta. L'ex segretario della Cgil vuole allearsi al bocconiano (e renziano della prima ora) sindaco di Savona.
Cofferati scende in campo con l'aria di chi ci ha pensato a lungo, ma che ha preso una decisione definitiva. Evita le polemiche, ma qualche stoccata pesante arriva. Ironizza su Franco Marenco, il presidente del Municipio di Sampierdarena che, dice, "poche settimane fa scriveva ai suoi cittadini di rinunciare alla giunta comunale per stare in Municipio, e ora...". Non fa nomi, ma quando parla guarda la giunta uscente nel dire che "è impossibile che la soluzione all'emergenza arrivi da chi ha avuto responsabilità negli ultimi anni".
Per la conferenza stampa di presentazione Cofferati sceglie il foyer del Carlo Felice: per dare un segnale dell'attenzione alla cultura necessaria, spiega lui, noto melomane che all'amore per i fumetti di Tex Willer affianca quello per Verdi. Sarà certamente così, ma parlando al microfono Cofferati era rivolto esattamente verso la sede della Regione, dall'altra parte di Piazza De Ferrari, quasi a lanciare il guanto di sfida. Godot è arrivato, e ora qualcuno nel Pd spera che a salvare la Liguria dall'emergenza in cui è sprofondata sia un (ex) cinese.
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E 'il cinese' alla fine disse: "Chiamatemi genovese"
Cofferati e la candidatura alle primarie Pd in Liguria
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