Cronaca

1 minuto e 12 secondi di lettura
La Fillea, il sindacato degli edili della Cgil, chiede al governo la definizione programmatica del completamento dei cantieri dell' Alta Velocità. Lo ha fatto stamani a Genova nel corso dell'assemblea nazionale dei delegati e dei dirigenti sindacali impiegati nei cantieri per la realizzazione delle tratte della Tav e delle stazioni di collegamento. L' interruzione dei lavori - come sottolineato dal segretario nazionale della Fillea Cgil Mauro Macchiesi e dalla segretaria confederale Cgil Nicoletta Rocchi - significherebbe infattid buttare a mare 15 miliardi di euro di investimenti in lavori già realizzati, ma anche la perdita del lavoro per 12 mila dei 15 mila addetti del settore, 9 mila dei quali già in mobilità e alla fine del periodo di disoccupazione straordinaria. "Arrivare all'interruzione dei lavori della Tav - ha detto Macchiesi - significherebbe buttare via circa 15 miliardi di euro di investimenti in lavori già realizzati. Se tutto si dovesse bloccare alle attuali realizzazioni l'intero piano finanziario del progetto, già corretto perché sottostimato nei costi, salterebbe, con gravi ripercussioni sulle finanze pubbliche". "Nel periodo di massima produzione - è stato sottolineato - hanno lavorato in questi cantieri 15 mila addetti tra dipendenti dei Consorzi e dei subaffidatari, nel 2006 sono rimasti circa 6 mila lavoratori, nel 2007 ci sarà un ulteriore riduzione del 50%. Dei 9 mila che sono usciti da questi cantieri, solo una minima parte ha trovato ricollocazione, e tra poco terminerà il periodo del ricorso alla disoccupazione straordinaria". (Ansa).