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“L’articolo 18 è una questione che deve essere affrontata con libertà intellettuale e con onestà. Qualunque soluzione si prenda deve essere fatta non per affermare un’ideologia ma unicamente per favorire posti di lavoro e occupazione”. Sono le parole dell’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, al termine dell’incontro con i rappresentanti delle tre confederazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil, nella sede del Seminario arcivescovile, sulle alture del Righi, che si è svolto nel pomeriggio.


“La situazione del lavoro è molto preoccupante – dice il porporato - sia per Genova e la Liguria in questo contesto del Paese. Bisogna percorrere in modo più concreto e incisivo la strada del dialogo, del parlarsi tra le diverse istituzioni e soggetti, non solo politici e amministrativi, ma anche imprenditoriali e sindacali perché insieme, con l’onestà dovuta e la competenza necessaria, si possono fare delle norme più concrete, a carte scoperte, e intravedere delle strade percorribili per la soluzione”.


“Con sua Eminenza non abbiamo affrontato solo Ilva, Sts e porto, questi i temi sul tappeto, ma abbiamo voluto affrontare anche la visione strategica di questa città. E’ una città che si rimpicciolisce – ha detto Antonio Graniero della Cisl – non solo dal punto di vista demografico, ma le aziende sono diventate tutte più piccole. Piaggio la abbiamo quasi persa, Fincantieri è passata da 800 a 450 lavoratori, Ilva erano tremila addetti e ora sono 1750 ma non sappiamo qual è il punto di ricaduta e potremmo continuare con questa litania. Noi vogliamo invece invertire questo trend, vogliamo capire dalla politica, ma non per fare in atto di accusa ma per capire qual è la programmazione che ha in mente la politica per fare uscire dalla secca l’Italia e la nostra regione, perché ci sono tutte le condizioni. A partire dagli Erzelli, abbiamo affrontato anche il tema Esaote, per capire quale occupazione sia possibile creare, soprattutto tra i giovani”.

Scuote la testa Piero Massa della Uil che irrompe con: “Non ne posso più di sentire parlare di Erzelli e di articolo 18. Erzelli è come la corazzata Potemkin. Gli Erzelli sono stati una boiata pazzesca – si sfoga Massa – questa è una cosa evidente. Così come l’articolo 18 è uno specchietto per le allodole, una foglia di fico che nasconde le inefficienze di un sistema che è ormai alla frutta”. Poi l’affondo arriva anche sulle Regionali: “Spero che la figura del cardinale Bagnasco sia utile per non far dire falsa testimonianza – scherza – E’ il caso che la finissero di dire cose che poi non fanno. Mi piacerebbe che i nostri candidati dicessero in campagna elettorale cosa hanno fatto: assisteremo a lunghi silenzi”.

“Non ci si può fermare perché siamo in campagna elettorale – continua Maria Pia Scandolo della Cgil – la Regione e la città hanno bisogno di essere governate tutti i giorni, soprattutto in una situazione come questa. I sindacati sono uniti, siamo qui, tutti insieme, lo stiamo dimostrando. Bisogna che anche Genova capisca che deve essere unita con i lavoratori e con i pensionati”.

Ma intanto si accende nuovamente, anche a livello nazionale, il confronto e il Segetario della Cgil Susanna Camusso è particolarmente dura: "Se il governo proseguirà sulla riforma del lavoro attraverso un decreto occorrerà indire "lo sciopero generale".