Ogni domanda si porta dietro una risposta. A volte immediata, a volte no. L’assessore sanremese all’Ambiente Nocita, intervistato da Primocanale, si chiedeva come mai l’assessore regionale a Infrastrutture e Rifiuti, Raffella Paita, avesse disertato l'ultima Conferenza dei sindaci. Una riunione fondamentale per l’intera provincia del Ponente. Sul piatto anche il tema sensibile per le casse dei Comuni imperiesi: la possibilità di conferire la spazzatura a Vado Ligure anziché nel più costoso Piemonte. La risposta a Nocita è arrivata a tempo record.
“La Giunta regionale ligure ha revocato la legge che lo scorso 4 agosto ha concesso una deroga al conferimento dei rifiuti in discarica per consentire ai Comuni di realizzare gli impianti di pretrattamento”. La bomba arriva tramite l’Ansa. La revoca della legge si traduce nel blocco della discarica di Scarpino e con ripercussioni gravi sull'immediato futuro della discarica di Collette Ozotto a Taggia.
La triade sindacale ha subito dissotterrato l’ascia. “Uno scenario simile, per quanto inevitabile e dettato dalla "bocciatura" della legge ponte da parte del Ministero, comporterebbe un aggravio di costi con la conseguenza di dover impegnare risorse aggiuntive a bilancio in una situazione già resa precaria dai tagli ai trasferimenti e dalla necessità di realizzare investimenti straordinari in molti settori, non ultimi proprio quelli necessari alla realizzazione dei nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti”, si legge in una nota congiunta.
Il punto sta proprio qui. Il Ministero boccia la legge-tapullo, peraltro nell’aria da tempo, e la Regione frattempo non si ha investito nei nuovi impianti. La ‘logica del maniman’ che alla fine, come sottolineano i sindacati, farà “impegnare risorse aggiuntive” a un bilancio già provato di suo.
Il governatore Burlando e l’assessore Paita si sono affrettati a dire, sempre tramite agenzie, che la decisione è stata presa dopo che “il Governo si è espresso contro la deroga”. Ma le deroghe prima o poi scadono. E senza alternative si torna alla situazione che ha causato la deroga. Un cane che si mangia la coda. E di soluzioni alternative, finora, ai sindaci non ne sono state presentate. Così il Piemonte non vede l’ora che arrivi la rumenta ligure perché vuol dire maggiori introiti economici, prima e dopo il trattamento.
"Questo non è più il tempo delle proroghe, bisogna guardare in faccia la realtà e adeguarsi, cercando di utilizzare l'accordo che avevamo già siglato con la Regione Piemonte per raccogliere una quota dei nostri rifiuti", ha spiegato Raffaella Paita. Tariffe e volumi dovranno però essere definiti dai singoli Comuni che si dovranno accordare con la regione del presidente Chiamparino. Che intanto si frega le mani.
Gli impianti di Cuneo e Alessandria, forse anche quelli di Torino, sono le probabili destinazioni dei rifiuti liguri per i prossimi mesi, mentre La Spezia dialoga da tempo con la Toscana. Solo per quanto di competenza Amiu, il costo dello smaltimento crescerà di circa 2 milioni di euro al mese. Per le regioni virtuose la spazzatura è un business, per quelle del 'maniman' un costo pesante per la collettività.
politica
La spazzatura ligure arricchisce il Piemonte
Ennesimo flop di Regione Liguria e Comuni
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