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Niente dimissioni immediate in seguito alla riforma dello Statuto
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Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, resterà presidente della Cei fino alla fine del suo mandato, il secondo, che scade nel marzo del 2017. Solo allora i vescovi italiani saranno chiamati, per la prima volta, a eleggere una terna di nomi, all'interno della quale il Papa sceglierà il nuovo presidente. La decisione del Pontefice di confermarlo fino a fine mandato, e di non dare quindi corso immediato alle nuove norme per l'elezione del presidente, è stata resa nota dallo stesso Bagnasco, in apertura della sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente, poche ore dopo essere stato ricevuto in udienza da papa Bergoglio.

All'inizio della sua prolusione al "parlamentino" della Cei, Bagnasco ha ricordato come nell'assemblea generale dello scorso maggio, aperta dall'incontro con papa Francesco, i vescovi abbiano "rivisitato il nostro Statuto e il regolamento su alcuni punti". Niente dimissioni immediate di Bagnasco in seguito alla riforma dello Statuto, quindi, come invece molti osservatori avevano ipotizzato, niente elezione del nuovo presidente già questo autunno: Bergoglio ha voluto diversamente. La nuova procedura sarà applicata non subito, ma solo alla fine dell'attuale secondo mandato di Bagnasco, e cioè tra ben due anni e mezzo.

L'affiancamento a Bagnasco di un segretario generale come il vescovo Nunzio Galantino, è parso a molti un ridimensionamento della leadership dell'arcivescovo di Genova, così come la stessa decisione di Francesco di fare egli stesso la prolusione all'assemblea di maggio. Ora Bagnasco appare di nuovo saldamente in sella. "Ringrazio per la confermata fiducia del Vescovo di Roma", ha detto il cardinale al Consiglio permanente: una "gratitudine" estesa "a tutti i confratelli per l'impegno generoso, responsabile e fraterno".