Nessuna forma di protesta ma la fiducia nell'operato delle autorità competenti per far rispettare le norme. Sono queste le decisioni prese dal Coordinamento Genovese Taxi Italiano e dalla Cooperativa Radio Taxi Genova che si sono riunite oggi per mettere a punto le azioni più efficaci "per contrastare il dilagante fenomeno dell'abusivismo e in particolare - spiegano in una nota - la recente attività di Uber Pop sotto le smentite spoglie di GenoVai".Ma intanto Benedetta Arese Lucini, general manager Uber in Italia ha respinto le accuse avanzate dalla Regione: "Uber non è un servizio pubblico ma un'applicazione per smartphone che mette in contatto driver e passeggeri. Uber è una tecnologia integrata, la nostra app è aperta a tutti gli operatori del settore, compresi i tassisti, e saremo felici di incontrare l'assessore per confrontarci e trovare il modo di collaborare per una nuova mobilità".
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