Il governo impone la 'tagliola' al dibattito sulle riforme, ovvero la riduzione drastica dei tempi di intervento dei gruppi parlamentari nella discussione degli emendamenti al ddl di riforma costituzionale. E alcuni dei gruppi di opposizione - M5S, Lega, Sel, gruppo misto più alcuni senatori di altre forze a titolo personale -, per protesta, hanno Palazzo Madama e salgono in marcia al Quirinale per essere ricevuti da Giorgio Napolitano. A incontrarli è stato però il segretario generale della presidenza della Repubblica, Donato Marra. Nessun colloquio, dunque, non il capo dello Stato (tagliente Beppe Grillo su Twitter: "Napolitano non ha incontrato i capigruppo delle opposizioni perché era leggermente indisposto") . Ma le opposizioni ricevono la garanzia che il messaggio gli verrà riferito.
Il premier Matteo Renzi negli stessi minuti in cui al Senato è scoppiata la bagarre, ha ostentato sicurezza: "Io non mollo. Piaccia o non piaccia le riforme noi le faremo". Più tardi i suoi, secondo fonti riportate dalle agenzie parlamentari, avrebbe detto: "Stupiremo tutti, specialmente i gufi tutti dubitano poi...Finirà come gli 80 euro". E ancora: "Macché golpe, macché stravolgimento della democrazia, come gridano le opposizioni. Noi rispondiamo ai cittadini, loro vogliono le riforme e a loro, con il referendum, spetterà il giudizio finale".
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