Ci sarebbero dieci indagati nel filone “madre” della vicenda Carige, quella che aveva preso piede dopo la relazione degli ispettori di Bankitalia e che poi ha fatto scaturire la seconda tranche d’inchiesta che ha portato all’arresto di sette persone (tra le quali l’ex presidente Giovanni Berneschi) e la denuncia di altre dieci. La relazione degli ispettori di Bankitalia aveva evidenziato anomalie nella gestione del credito come prestiti a pochi e selezionati amici, con rischi creditizi sottovalutati, l'esercizio del potere concentrato nelle mani dell'allora presidente Giovanni Berneschi, un cda che anche quando ha criticato la gestione Berneschi non ha votato contro, una scarsa sensibilità alle leggi antiriciclaggio soprattutto nella gestione della fiduciaria del gruppo e della filiale di Nizza.
Gli ispettori confermarono la presenza di "estese lacune nei sistemi di governo e controllo con conseguenze sulla gestione dei rischi, una elevata esposizione ai rischi creditizi soprattutto con riguardo alla gestione della gran mole di crediti concessi a singoli gruppi e alle situazioni di conflitto d'interesse che investono le compagnie assicurative controllate".
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