cronaca

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Consulente-lobbista. E' la definizione data da Enrico Maltauro, l'imprenditore vicentino arrestato nell'ambito dell'inchiesta milanese sulla "cupola degli appalti", di Sergio Cattozzo, l'esponente ligure prima dell'Udc poi di Ncd, anche lui in carcere così come l'ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio, l'ex funzionario del Pci Primo Greganti, l'ex senatore del Pdl Luigi Grillo e l'ex manager di Expo Angelo Paris. Mentre nei giorni scorsi alcuni imprenditori hanno chiesto alla Procura di poter essere sentiti come testimoni, trapela qualche indiscrezione sui verbali di Maltauro.

In uno dei suoi due interrogatori della scorsa settimana, uno di garanzia davanti al gip Fabio Antezza, e l'altro davanti ai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, oltre a fare ammissioni e a descrivere il 'sistema' delle tangenti, ha raccontato di aver stipulato un contratto con Cattozzo come "consulente-lobbista". Contratto da 150 mila euro lordi all'anno dietro il quale, secondo la Procura, si nasconderebbe la quota destinata all'esponente di Ncd delle 'stecche' versate dall'imprenditore alla "squadra" in cambio di appalti. In sostanza, è la ricostruzione degli inquirenti, Cattozzo sarebbe stato il 'corriere': avrebbe portato il denaro in contante a Frigerio, Greganti e Grillo - se lo sarebbero poi spartito - ricevendo per la sua attività all'interno dell'"organizzazione" compensi tramite consulenze sospette per un totale di 300 mila euro lorde in due anni, il 2013 e il 2014.

E proprio Cattozzo, ritenuto l'uomo di fiducia di Grillo per tenere i rapporti e i contatti con le società e aziende a cui dovevano essere assegnate, per l'accusa, le gare d'appalto truccate in cambio di mazzette, nel secondo interrogatorio davanti agli inquirenti e agli investigatori non solo ha riferito che l'ex senatore 'sapeva' del giro di tangenti, ma avrebbe anche sostenuto che il totale di soldi che la "cupola" avrebbe chiesto all'imprenditore vicentino per le gare di Sogin ed Expo sarebbe stata di oltre 2 milioni di euro (solo 600 mila versati effettivamente). Anche lui come Maltaruro e Paris, con le sue dichiarazioni, avrebbe consolidato la ricostruzione del "sistema" emersa dall'inchiesta. Ricostruzione su cui saranno necessarie ulteriori precisazioni e approfondimenti e, quindi, una nuova tornata di interrogatori a partire da settimana prossima.

Inoltre, da quanto si è saputo, ci sono due o tre imprenditori che nei giorni scorsi hanno chiesto ai pm di essere sentiti come testimoni. Una richiesta che ricorda i tempi di Mani Pulite, anche se al momento non si sa ancora quando la Procura ha intenzione di convocarli. Anche loro potrebbero contribuire a delineare ancor meglio quel "sistema" venuto a galla dalle mole delle intercettazioni, appostamenti, e video agli atti dell'inchiesta e che Greganti, Grillo e Frigerio hanno negato. Per Grillo le mazzette sarebbero state un "sostegno elettorale" mentre per Frigerio "regalie" o un "contributo" per un suo libro. E l'aver respinto ogni addebito, "nonostante i gravi indizi di colpevolezza", ha contributo ad aggravare la posizione dell'ex senatore del Pdl che così, anche in assenza di resipiscenza, si è visto respingere dal gip Antezza la richiesta di arresti domiciliari.

Non molto diversa è la motivazione con cui il giudice non ha concesso la scarcerazione, chiesta per motivi di salute, a Frigerio. Anche per lui il quadro probatorio "si è sensibilmente e ulteriormente aggravato" e per la mancanza di resipiscenza sussiste un quadro di "eccezionale rilevanza delle esigenze cautelari". Quanto alle condizioni dell'ex Dc, seguito dai medici del Centro Clinico di Opera, in base agli accertamenti effettuati sono state ritenute "discrete".