Alluvione Genova, Gambelli al gip: "Ero un semplice coordinatore"

"Il mio ufficio aveva compiti di mero coordinamento di numerosi altri uffici del Comune di Genova. Non avrei dovuto chiudere le scuole, compito invece della Direzione scolastica e non avrei dovuto chiudere le strade perché era compito della Polizia municipale".


E' quanto ha riferito stamani al gup Carla Pastorini l'ex responsabile della Protezione civile del Comune di Genova Sandro Gambelli, che in sede di udienza preliminare, rappresentato dagli avvocati Giuseppe Giacomini e Luca Robustelli, ha chiesto di raccontare la sua versione dei fatti.


Gambelli è accusato di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, falso e calunnia. Insieme all'ex sindaco di Genova Marta Vincenzi, all'ex assessore alla Protezione civile del Comune Francesco Scidone, all'ex direttore generale dell'area sicurezza e progetti speciali del Comune Gianfranco delponte e all'ex direttore della direzione citta' sicura del Comune Pierpaolo Cha è accusato di omicidio colposo e disastro colposo; con Roberto Gabutti, ex responsabili delle organizzazione di protezione civile di Genova è accusato anche di calunnia e falso.


In sintesi gli addetti alla sicurezza dei cittadini genovesi non avrebbero chiuso strade e scuole ben consapevoli che si stava abbattendo un'alluvione sulla città, non evitando sei morti. Quindi avrebbero costruito un falso verbale del comitato di protezione civile simulando sulla carta una "bomba d'acqua" imprevedibile (che non ci fu mai) cosi' da ridurre al minimo il proprio margine di azione.


Gambelli ha ripercorso i quattro mesi in cui ha ricoperto l'incarico di responsabile della Protezione civile del Comune, ha ricostruito l'organigramma della sua divisione, ha assicurato che nulla avrebbe potuto fare per prevenire le morti che si sono verificate in quel tragico 4 novembre 2011. "La mia divisione non aveva alcuna autonomia - ha aggiunto Gambelli - Noi coordinavamo il lavoro di altri uffici del Comune e non avevano competenze sulle scuole e sulle strade". Cinque di sei morti sono stati infatti legati alla mancata chiusura delle scuole e delle strade dell'area di via Fereggiano.