cronaca

1 minuto e 32 secondi di lettura
Non sono servite a nulla la veglia dell'arcivescovo di Bruxelles monsignor Leonard, le preghiere nelle chiese, le dichiarazioni di voto dell'ultimo momento. L'eutanasia per i bambini non è più un tabù, in Belgio. La Camera dei deputati ieri ha dato il via libera definitivo alla modifica della legge del 28 maggio 2002 che legalizzava l'eutanasia per gli adulti, estendendola ai minori.

Per la prima volta al mondo un paese accetta il principio che anche un bambino, senza limiti minimi di età, possa chiedere di essere ucciso per porre fine alle sue sofferenze. Nella vicina Olanda l'eutanasia per i minori è già ammessa, ma a partire dai 12 anni compiuti. In Belgio, accertato che la malattia sia alla fase terminale e con sofferenze fisiche non alleviabili, sarà uno psicologo esterno all'equipe medica curante a valutare la "capacità di giudizio" del bambino, che capisca cosa significhi morire. Dovranno essere gli stessi bambini a chiederlo, con l'accordo dei genitori. E già qui si pongono i primi dubbi pratici. Cosa succederà se uno dei due genitori non sarà d'accordo?

In un paese in cui circa 1.500 persone ogni anno ricorrono all'eutanasia, che rappresenta il 2% delle cause di decesso, e dove è stato anche proposto di costruire centri specializzati per la dolce morte, nei sondaggi degli ultimi mesi l'opinione pubblica si è dimostrata largamente favorevole alla revisione della legge. Il dibattito era cominciato alla fine del 2012. Il 27 novembre scorso, dal Senato, è arrivato il primo sì. Il via libera definito della Camera è stato dato con una maggioranza di quasi due terzi: 86 sì, 44 no, 12 astenuti. Durante la breve votazione elettronica, dalla tribuna del pubblico qualcuno ha gridato tre volte "assassini". Ed è stato in un silenzio assoluto che la Camera ha accolto la lettura ufficiale dell' esito, già comparso sul tabellone luminoso.