economia

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Ottimista su Selex Es, dubbioso sulla nascita di un polo ferroviario italiano con Ansaldo Sts. Sono due tra le valutazioni più rilevanti compiute dall’amministratore delegato di Finmeccanica, Alessandro Pansa, durante un’audizione alla Camera.

Per quanto riguarda il settore dell’elettronica per la difesa, presidiato appunto da Selex Es (nata dalla fusione della genovese Selex Elsag con Selex Galileo e Selex sistemi integrati) il top manager si dichiarato soddisfatto, in particolare, di come sta procedendo il piano di rilancio: "Finora stiamo rispettando i tempi che ci eravamo dati. Nonostante le difficoltà, il procede, le razionalizzazioni stanno funzionando e le attività di sviluppo stanno prendendo piede".

Per la Liguria e per Genova, una buona notizia, mentre Pansa è stato più ermetico su quello che sarà il futuro di Ansaldo Sts, quotata in Borsa e candidata a essere ceduta, con General electric in pole position. Un tema he resta sullo sfondo di una valutazione più complessiva sull’eventuale nascita di un polo italiano dei trasporti: "Non ho assolutamente nulla in contrario, ma bisognerebbe prima chiedersi perché tutta l'industria ferroviaria italiana versa in condizioni di difficoltà" ha osservato Pansa, aggiungendo poi: "L’iniziativa, comunque, non può' partire dalla mia azienda e, in ogni caso, qualsiasi azione in quella direzione non può prescindere dai rapporti con il
cliente nazionale. In Francia Alstom è definito dalle ferrovie francesi 'il nostro partner tecnologico'”.


In questo modo Pansa ha voluto sottolineare come negli altri Paesi si dia la massima attenzione, anche sul piano concreto degli ordinativi, alle aziende nazionali di settore, cosa che in Italia, invece, spesso non avviene. Pansa, poi, ha insistito sulla necessità di deconsolidare il settore trarporti di Finmeccanica, con particolare riferimento alla situazione di Ansaldo Breda, che "rischia di mettere a repentaglio il futuro dell’intero gruppo. Cosi' com'è oggi, Ansaldo Breda non è un' azienda economicamente sostenibile, dal momento che "consuma, in termini di cassa e di perdite a livello di conto
economico, più' di quanto i benefici portati dalla ristrutturazione in Finmeccanica abbiano dato al resto delle aziende del gruppo".

L' obiettivo, quindi, è quello di "individuare un soggetto più' ampio, che sia italiano o internazionale, all' interno delquale consentire quello che un' azienda come la Breda non è in grado di fare da sola".

Quanto a Finmeccanica come gruppo, Pansa ha spiegato che nell' ultimo anno "molto è stato fatto per recuperare la credibilità. E’ stato avviato un profondo riassetto della governance, con l' obiettivo di adattarla alle pratiche comportamentali di business e governance dei nostri concorrenti e alle normative non solo italiane in materia di trasparenza". Sotto il profilo industriale, infine, Pansa ha concluso che complessivamente prevediamo una crescita delle nostre dimensioni negli anni, con un aumento dell’attività produttiva. Non prevediamo che gli investimenti si riducano, ma anzi se la nostra struttura finanziaria ce lo consentirà potranno anche crescere". Gli investimenti del gruppo, ha ricordato l' amministratore delegato dio Finmeccanica, ammontano a circa un miliardo di euro e il nostro piano industriale non si limita a immaginare una concentrazione nei settori dell' aerospazio e difesa, ma parla di anche consistenti investimenti in alcuni settori in cui riteniamo di poter giocare un ruolo competitivo di assoluta rilevanza, come per esempio quello degli elicotteri".

Durante l’audizione è intervenuto il parlamentare ligure del Pd Lorenzo Basso che ha rivolto a Pansa una serie di e domande sul piano industriale dell’azienda, sulle sue opportunità finanziarie ed occupazionali, sulle prospettive delle attività civili del gruppo (in particolare nel comparto ferroviario), sull’andamento del piano di riorganizzazione che interessa Selex ES. “Pansa – ha detto poi Basso - ha risposto in maniera puntuale e circostanziata a tutte le questioni poste e abbiamo apprezzato la chiarezza delle risposte ma non possiamo sentirci soddisfatti per molte delle scelte indicate. Esprimo soddisfazione per le rassicurazioni fornite dall’AD sul buon andamento del piano di riorganizzazione di Selex ES, mentre  sono fortemente preoccupato per le decisioni confermate nel comparto ferroviario, cioè la volontà, da parte di Finmeccanica, di uscire da questo settore per concentrarsi esclusivamente sull’aerospazio, la difesa e la sicurezza. L’Italia non può perdere la propria presenza in settori strategici per il Paese come quello ferroviario e del segnalamento. Ritengo a questo punto improcrastinabile – ha concluso Basso - un pronunciamento netto da parte del ministro allo Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, con cui Finmeccanica ha confermato di condividere in maniera istituzionalmente corretta le scelte strategiche. Chiediamo che il ministro chiarisca al più presto quale sia l’intendimento del suo dicastero in merito allo sviluppo del settore ferroviario. Che sia il mantenimento nella galassia Finmeccanica o la creazione di un polo italiano dei trasporti, l’unica certezza per noi è che non sarà mai accettabile per l’Italia uscire da questo importante comparto manifatturiero”.