economia

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Un nuovo capitolo della vicenda Ilva arriva da Bruxelles.

L'Italia rischia,infatti, che la Commissione Ue apra una procedura d'infrazione nei suoi confronti per non aver obbligato l'Ilva a rispettare le norme europee sulla salvaguardia dell'ambiente. La decisione potrebbe essere presa mercoledi' prossimo, ma contatti sono in corso tra Roma e Bruxelles per evitare che ciò avvenga. 

Se la proposta arriverà sul tavolo dell'esecutivo comunitario e sarà approvata, sarà ufficialmente resa nota giovedì prossimo. L'iniziativa di Bruxelles prevede la messa in mora dell'Italia - primo passo della procedura d'infrazione - e la richiesta di una risposta da parte di Roma entro sessanta giorni.

Intanto c'è anche il ministro del Lavoro Enrico Giovannini all'incontro sul caso Riva che è iniziato al ministero dello Sviluppo economico. Al tavolo siedono il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato, l'amministratore unico di Riva Acciaio Cesare Riva, il rappresentante della famiglia Bruno Ferrante e il custode giudiziario Mario Tagarelli.

Obiettivo della riunione fare il punto della situazione e verificare le possibilità di riapertura degli impianti al di là della norma ad hoc cui sta lavorando il ministro Zanonato.

Intanto a Radio1 Rai spiccano le dichiarazioni del segretario nazionale della Fiom-Cgil Maurizio Landini sul capitolo Ilva.

"Siamo preoccupati di eventuali rinvii o di un allungamento dei tempi per trovare una soluzione perché l'attività produttiva va ripresa subito - ha dichiarato Landini - è l'unica condizione per risanare, fare investimenti: serve continuità produttiva che non solo dia certezze ai lavoratori ma permetta anche di mantenere clienti, mercato,e non metta in discussione l'esistenza stessa della produzione dell'acciaio nel nostro Paese''.