“Bisogna che impariamo a fare e non a parlare. Serve lavoro. Serve un ruolo meno paludato per tutti e più attenzione per i singoli problemi. Sono un po’ preoccupato nel vedere partiti, associazioni, sindacati più lontani dai lavoratori e dalle imprese e che invito a dare maggiore attenzione ai cittadini”. Con queste parole il presidente della Regione, Claudio Burlando, fa eco a quanto detto in mattinata dall’arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco. “Viviamo in un Paese in crisi che però può fare più di Spagna, Grecia e Portogalli ma il nostro è anche un Paese lento, barocco, avvitato – è lo sfogo di Burlando in mattinata – Ma in questo momento è fondamentale il tempismo, perché è le famiglie vendono i propri bene per arrivare a fine mese”.
Ma c’è anche ottimismo: “Bisogna ripartire – dice Burlando – abbiamo l’industria anche l’acciaio un po’ l’abbiamo perso ma contiamo di salvarlo, abbiamo il turismo, l’arte e la cultura”. E la politica della riprese, per Burlando, si chiama “fare”. (Anna Chieregato)
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