Qualche riflessione sul dopo-primarie.
Renzi con il 40 per cento non può stare fermo. Ha dietro un quaranta per cento di elettori delle primarie (alcuni sicuramente di centro e centrodestra) che ora affermano: non andremo a votare. Tatticamente fa bene a tornare sottotraccia dopo aver fatto uno sprint pazzesco con una enorme esposizione mediatica.
Bersani è persona intelligente e pacata e ieri sera ha fatto un discorso che non ha concesso quasi nulla al contendente sconfitto, ma è stato costretto a legarsi troppo con la sinistra di Vendola che ora riscuoterà qualche cambiale.
Il popolo del 40 per cento ci ha preso gusto a farsi sentire, ma dovrà fare i conti con il vero apparato conservatore dei D’Alema, ma soprattutto quello dei cattolici della Bindi o di Fioroni.
A Genova si conferma un Pd abbastanza conservatore, ma che è stato intelligente prima dei vertici nazionali e si è rinnovato nelle persone. Sarà divertente capire come si muoverà il Pensante Unico cioè Claudio Burlando.
Le liste liguri non riserveranno grosse sorprese. Che ci potranno essere, invece, subito dopo il risultato elettorale. Se Bersani non dovesse riuscire nell’intento di mettere in piedi un buon governo, le ricadute liguri sarebbero più delicate che da altre parti e alleanze che sembrano solide potrebbero incrinarsi.
Politica
La Liguria nel dopo-Renzi
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