Un mare popolato dai robot, che comunicano con gli umani attraverso una rete internet per monitorare l'inquinamento marino, cercare nuovi giacimenti, preservare le riserve.Questo il futuro della robotica marina secondo quanto riferito oggi al Festival della Scienza di Genova da John Potter, project leader presso il Centro per la ricerca e sperimentazione marittima (ex Nato).
"Tra venti anni il mare sarà popolato da robot che 'sentiranno' l'ambiente oceanico, lì dove l'uomo non riesce ad arrivare. Per questo stiamo lavorando a questo: una rete internet sott'acqua grazie alla quale le macchine potranno comunicare tra di loro e con gli umani", così Potter commenta il progetto.
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