Cronaca

1 minuto e 21 secondi di lettura
La Procura Generale di Genova ha presentato ricorso per Cassazione nei confronti della sentenza della Corte d'Assise d'Appello che, l'8 febbraio scorso, ha assolto Giovanni Antonio Rasero dall'imputazione di omicidio aggravato nei confronti del piccolo Alessandro Mathas, otto mesi, massacrato nella notte tra il 15 e il 16 marzo 2009 in un residence di Genova-Nervi.

In primo grado, il 24 gennaio 2011, l'uomo era stato condannato a 26 anni. La Corte d'assise d'appello aveva completamente riformato la sentenza di primo grado.  La mamma del bambino, Katerina Mathas, che quella notte si era allontanata dal residence lasciando il suo piccolo con il compagno occasionale Rasero, l'11 giugno scorso è stata rinviata a giudizio dal pm Airoldi con una doppia accusa alternativa: concorso in omicidio volontario o abbandono di minore con morte conseguente.

In primo grado i giudici avevano restituito gli atti in procura: per loro Rasero non era il solo colpevole, anche la madre doveva essere processata per concorso in omicidio. Così la Mathas, già iscritta nel registro degli indagati per abbandono di minore, era stata indagata anche per concorso in omicidio volontario.

Quella notte nel residence di Nervi Rasero e la Mathas consumarono cocaina e hashish. Poi lei uscì di casa per cercare altra droga. La mattina dopo i due portarono il bimbo all' ospedale Gaslini. Ma il piccolo era morto da ore. I due furono arrestati ma la donna, dopo 17 giorni, fu scarcerata. Sul piedino del bimbo fu trovato un morso con il dna di Rasero. Per il pm era la prova della colpevolezza del broker: quel morso insieme alle bruciature di sigarette, come aveva spiegato il medico legale, rappresentavano torture inflitte al piccolo.