
Tra coloro che dichiarano di fare vacanza, il 22% pensa ad un periodo comunque più corto dello scorso anno. Questo dato è particolarmente significativo tenuto conto dell'importanza che il turismo ha assunto ormai da decenni nel paniere di spesa degli italiani. Rilevante la percentuale che sceglie sistemazioni meno costose. Le case di proprietà di parenti o amici costituiscono la soluzione "ricettiva" per circa il 30% dei vacanzieri; coloro che scelgono la tradizionale sistemazione alberghiera di buon livello (tre o quattro stelle) sono al di sotto del 20% del totale del campione considerato, in significativa diminuzione rispetto al 2011. Risultano anche in forte aumento i turisti che scelgono soluzioni ricettive nell'ambito dell'extralberghiero, pur con tendenze piuttosto diverse da caso a caso.
Tagliare i prezzi secondo Isnart non porta lontano perché la parte di domanda con reddito limitato cerca soluzioni radicalmente meno costose o, come mostrano i dati, tende addirittura ad uscire dal mercato. I cambiamenti aprono, invece, opportunità interessanti nell'offerta di servizi innovativi legati al turismo: chi non va in vacanza, ad esempio, ha tempo libero da spendere nel proprio luogo di residenza e può rappresentare una domanda per servizi di intrattenimento e turismo "virtuale" che possono essere soddisfatte attraverso nuovi servizi basati sulle tecnologie digitali ormai ampiamente disponibili.
Infine, in epoca di tagli anche in vacanza, il motore di ricerca hotel Trivago ha lanciato un sondaggio chiedendo a cosa il cliente rinuncerebbe pur di risparmiare. A questa domanda hanno risposto 12.172 votanti: il 28% rinuncerebbe alle attrezzature sportive in albergo, il 42% farebbe senza esitazione a meno del minibar, mentre appena il 3% si priverebbe della sempre più indispensabile aria condizionata.
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