Evviva un po’ di sana educazione. Nella politica ormai affidata a chi la spara più grossa, agli insulti, alla simbologia anche fisica del dito medio e del “ celodurismo” , ecco che i due candidati-sindaco di Genova, scremati gli altri undici colleghi aspiranti, si sono distinti dalla massa dei politici per la loro eleganza nel parlare e nel non insultarsi, che può essere interpretata come mancanza di carattere ma questo si vedrà strada facendo.
Un po’ di rossore in viso l’unico tradimento della tensione, e poi il picco dell’hot, dei toni forti, c’è stato per Musso quando ha detto “di non essere un puttaniere (n.d.r. cito) come qualcuno accusa” e per Doria quando, chinando la testa e abbassando gli occhi come un liceale alle prime ammissioni sentimentali, ha detto “oltre ad amare molto mia moglie… “ ecc. Questi, visti i toni della trasmissione, sono stati gli unici due eventi un po’ “spinti”, vista l’atmosfera politicamente pudica.
Sembravano quasi imbarazzati, i due contendenti, a dirsene qualcuna, ma sempre con garbo.
Può non piacere a noi giornalisti, soprattutto televisivi, questo low profile , ma credo che gli elettori dovrebbero invece apprezzarlo.
Chi poco grida e poco insulta forse lo fa perché, oltre all’educazione, ha anche argomenti solidi che gli permettono di farlo senza alzare la voce. E’ come una donna: se è bella, poco ha bisogno di avere la mano pesante con rossetto e minigonne. I veri intenditori la riconosceranno nel circo delle siliconate e superimbrattate di trucco.
Politica
"Scusi il disturbo". "Prego, si figuri!"
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