
Il tema è stato sollevato di recente da alcuni filosofi e scienziati soprattutto in Inghilterra e in Danimarca, come riporta oggi un editoriale del quotidiano cattolico Avvenire.
Bagnasco, parlando ieri sera a Genova, ha respinto questo "terreno di coltura": "se l'uomo è padrone di sè, degli altri fino a poter sopprimere il figlio già nato, è inutile che si interroghi sul senso della vita, sulle finalità ultime, perché ha già risposto: ha cancellato la propria specificità, la ricerca del bene, la solidarietà con i suoi simili e si è posto come arbitro assoluto della vita".
L'intervento di Bagnasco si riferisce ad un editoriale pubblicato oggi sul quotidiano cattolico Avvenire, dal titolo "L'infanticidio nel deserto del nichilismo". Nell'editoriale si riprende la tesi, sollevata da alcuni in Europa, secondo cui non solo un feto, ma anche un bimbo nei casi più estremi di malformazioni può essere legittimamente soppresso.
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