Siamo proprio convinti che un cattolico, per essere "garantito" nella sua fede e religiosità, nella sua morale e nel suo stile di vita debba votare un altro cattolico? Siamo sicuri che un laico onesto (non un laicista sciocco) non sia in grado di riconoscere e tutelare i diritti di chi la pensa in modo diverso non solo politicamente, ma anche spiritualmente?
Io no, anzi, ho avuto più volte la dimostrazione che la concezione di laicità è garanzia assoluta di rispetto altrui.
Non credo assolutamente che un laico debba essere un "mangiapreti", così come non credo che un ateo debba essere uno che cerca in tutti i modi di impedirmi di esprimere la mia fede. Così come sono convinto che un cattolico sa riconoscere ad altri opinioni diverse dalle sue, fedi differenti e ragioni difendibili e sostenibili.
Dunque, al dilà da ogni giudizio sui meriti dei personaggi che partecipano a queste primarie sottotraccia per candidarsi nel Pdl, tutte egregie persone, tutte stimate e perbene ne sono certo, non capisco la ragione di principio della necessità di un "candidato cattolico".
Preferisco che i motivi di critica verso un nome in corsa per diventare sindaco di Genova siano altri: la disonestà, l'arroganza, l'incompetenza, la maleducazione, l'intolleranza. Non la fede.
Io ho la mia e me la tengo, chiunque sia il sindaco e non ho bisogno di farmela "garantire" da nessuno.
Politica
I candidati e la fede da garantire
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