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Carceri: da quelle visibili a quella invisibile
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“Possiamo davvero dire che le carceri in Liguria siano 8. Alle 7 dislocate sul territorio in cemento,sbarre e mattoni,se ne aggiunge un’altra, invisibile, che quasi contende al carcere di Marassi il primato di più affollato della regione. Sono circa 781 persone sul territorio ligure attualmente ammesse alle misure alternative alla detenzione,di sicurezza, a sanzioni sostitutive del carcere. 692 sono seguite dall’Ufficio per l’Esecuzione Penale di Genova, e 89 dalla sezione distaccata di Imperia”. Lo annuncia Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “Oggi noi abbiamo, in Liguria, 47 persone impiegate in lavori di pubblica utilità e lavoro all’esterno, 97 in libertà vigilata, 196 in detenzione domiciliare, 35 in semilibertà e 405 affidate in prova ai servizi sociali. Ad Imperia e provincia, dove opera un ufficio distaccato dell’Esecuzione Penale, 8 sono le persone impiegate in lavori di pubblica utilità, 13 in libertà vigilata, 15 in detenzione domiciliare, 4 in semilibertà e 49 affidate in prova ai servizi sociali. E’ evidente che scontare la pena fuori dal carcere, per coloro che hanno commesso reati di minore gravità, ha una fondamentale funzione, anche sociale. Si deve infatti avere il coraggio, l’onestà politica ed intellettuale di riconoscere i dati statistici e gli studi Universitari indipendenti, su come il ricorso alle misure reinserimento delle persone detenute attraverso il lavoro siano l’unico strumento valido, efficace, sicuro, ed economicamente vantaggioso, per attuare il tanto citato articolo 27 della nostra Costituzione. Si deve potenziare il ruolo della Polizia Penitenziaria per svolgere in via prioritaria, rispetto alle altre forze di Polizia, la verifica del rispetto degli obblighi di presenza che sono imposti alle persone ammesse alle misure alternative della detenzione. Queste misure potranno far sì che cresca la considerazione della pubblica opinione, che nella non vengono attualmente riconosciute come vere e proprie pene.”
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