Cronaca

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Altro che ??basta doppioni? e ??via ai tagli?. Negli ultimi mesi, nella sanità ligure incarichi, reparti e strutture sembrano essersi moltiplicati, senza una logica precisa. Basta dare un??occhiata a quello che succede, ad esempio, per la chirurgia toracica: nell'area genovese ce ne sono ben 4. Una al 4° piano del monoblocco, modulo di chirurgia toracica; fa capo al dottor Leonardo Chessa, che fino a poco tempo fa lavorava nell??equipe del professor Umberto Valente. Un'altra sei piani sopra, al 10°, reparto di chirurgia toracica del professor Giuseppe Catrambone. Cento mentri più in là, all??Ist, il nuovo reparto del professor Giovan Battista Ratto. Per completare l??opera, a Sampierdarena, al Villa Scassi, altro reparto, sempre di chirurgia toracica, del dottor Roberto Giua. Ma c??è un altro caso che ha fatto discutere nelle corsie della sanità genovese, ed è la divisione del reparto di chirurgia d??urgenza del San Martino. Era il reparto del professor Mario Casaccia. Andato in pensione lui, la corsia (una trentina di posti letto) è stata divisa in tre strutture semplici, non più di 10 letti ciascuna: una di chirurgia universitaria, affidata al professor Giacomo Borgonovo, una di chirurgia ospedaliera, del dottor Roberto Azioni. Una terza, di chirurgia oncologica e dei sistemi impiantabili, con a capo il dottor Valter Ferrando. Si tratta, per di più, di incarichi diretti; nessun nuovo primariato. Altrimenti sarebbe stato necessario effettuare concorsi. Ma che ragione c??era di moltiplicare per 3 un unico reparto, specie in questo momento in cui la parola d??ordine è risparmiare? Qualcuno sostiene che la risposta sia da cercare nella politica.