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Sport

2 minuti e 7 secondi di lettura
di Carlo Danani
Da 11 mesi Vieira è l'allenatore dei rossoblù (foto Genoa Cfc)

Patrick Vieira e un orizzonte di profondi pensieri. C’è un Genoa da far ripartire: 2 soli punti in 6 giornate rappresentano un bottino insufficiente anche di fronte a un calendario oggettivamente di tremenda salita.

Adesso strada più in discesa: ma sarà davvero così?

Ora – sulla carta – fino alla prossima sosta il percorso abbassa le difficoltà proponendo le partite al Ferraris contro Parma, Cremonese e Fiorentina e le trasferte di Torino (granata) e Reggio Emilia (Sassuolo).

C’è un Genoa 2.0 da risollevare in fretta. Perché, se da una parte è vero che il credito del tecnico in società è ancora importante, da un’altra la classifica comincia a pressare un Grifone ancora alla ricerca di una prima vittoria fin qui sempre sfuggita.

Con quali giocatori se la giocherà Vieira? Soprattutto, con che atteggiamento? Quello più brillante invocato prima della Lazio (“dovremo prenderci più rischi”) oppure quello più accorto esibito in trasferta? Domenica contro il Parma emergeranno i primi, importanti ma non ancora decisivi segnali.

Le migliori risposte arrivano dalla linea verde

Cosa è oggi il suo Genoa 2.0? E’ un gruppo alla piena ricerca di se stesso, chiamato a pagare un forte dazio al vento del rinnovamento estivo e pure a una carta d’identità molto più verde. Anche se poi scopri che proprio da due Under 21, Norton-Cuffy ed Ekhator, sono arrivate le risposte più concrete in un contesto dove qualche senatore è andato in piena difficoltà.

Patrick, servono al più presto dei punti fissi

Al netto di infortuni (pochi) e scelte non ancora definitive, fin qui il turn over è stato importante. Se è vero, come è vero, che tra i giocatori di movimento soltanto lo stesso Norton-Cuffy e Vasquez hanno giocato tutti i minuti di campionato. Un indice che riflette chiaramente un “avanti c’è posto” in questo Genoa alla piena ricerca del suo punto di equilibrio, votato a un gioco dispendioso nel recupero palla, con la volontà di “andare a prendere alti gli avversari”. Salvo però poi farsi schiacciare inesorabilmente da Bologna e Napoli o magari prendere micidiali ripartenze come contro la Lazio proprio quando un attimo prima il comandante aveva dichiarato “all’attacco”.

Urgono segnali dal tecnico, ma anche dalla squadra

Insomma, da domenica al 9 novembre, tre settimane per scoprirne molto di più, col paravento degli alibi ormai ridotto all’osso. Certamente aspettando risposte da Patrick, ma pure da un gruppo di giocatori che non potrà tergiversare all’infinito dietro alla figura, peraltro carismatica, del suo allenatore.

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