Come esce il Genoa dal frullato di emozioni del Dall’Ara? Sul piano della concretezza, maluccio: andare in vantaggio a metà secondo tempo e alla fine ritrovarsi a mani vuote non può non spalancare le porte di un profondo rammarico. Sull’individuazione dei motivi, non c’è proprio partita. Il generoso rigore concesso da Collu sull’ultimo assalto del Bologna per l’“extra movimento” del braccio di Carboni è destinato a restare a lungo sul palco di dibattiti e discussioni.
Andando più in profondità, nell’ultimo quarto d’ora il Grifone ha dato la netta impressione di faticare parecchio a contenere la nuova esuberanza dei felsinei, rigenerati dai cambi di Italiano. Mentre quelli decisi da Vieira non sono sembrati particolarmente efficaci, anzi. La traversa colpita da Orsolini poco prima del contestatissimo penalty ha rappresentato un campanello d’allarme a cui il Genoa stavolta non è riuscito a trovare contromisure adeguate.
Chiudendo il discorso, uscire sconfitti su un campo che tra poco ospiterà partite di Europa League non rappresenta certo uno scandalo.
Anche se quello zero nella casella delle vittorie sta diventando sempre più ingombrante. Paradossalmente, si scopre che delle 4 fin qui disputate, la peggior partita è stata quella col Lecce, mentre con Juventus, Como e Bologna sul piano del gioco è andata decisamente meglio.
Come dire che questo Genoa, al di là di questi 2 soli punti in classifica, fin qui ha dimostrato di potersela giocare proprio con tutti, compreso chi rappresenta l’Italia in Europa.
In più, tra giocatori fin qui poco o per nulla impiegati e altri da cui è naturale aspettarsi di più (Colombo in primis), la creatura di Vieira promette di avere davanti sensibili margini di crescita. E lo stesso vale per un gioco in piena fase evolutiva che, seppur a sprazzi, come nel secondo tempo a Como e fino al gol di Ellertsson a Bologna, strizza l’occhio a scenari davvero incoraggianti.
Quanto distanti? Le prossime tappe, Lazio in casa e la trasferta di Napoli, molto potranno dire.
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